Certificazioni false per le mascherine. Non possono essere utilizzate dai sanitari. La Dogana apre uno scatolone diretto al deposito e trova il certificato tarocco della Celab
ROMA – Ormai alla vergogna non c’è più fine. Non bastava il caso della Ecotech. Non bastavano le mascherine fasulle della WorldWide della profumiera di Casalpalocco. Adesso anche l’azienda che ha consegnato tutti i dispositivi e forse incassato tutti i soldi pattuiti, la European Network Tlc, si scopre aver consegnato alla Protezione Civile dispositivi di contenimento praticamente inutilizzabili.
L’agenzia regionale della Protezione civile ha affidato il reperimento di ben 5 milioni di mascherine, prevedendo un esborso complessivo di 21,3 milioni di euro, con un acconto di 8.750.000. A capo della società milanese, 10mila euro di capitale sociale e 3 dipendenti, c’è Andelko Aleksic, 40enne imprenditore di origini croate impegnato nell’editoria. Il suo gruppo editoriale possiede alcune riviste di gossip come Astrella, Sirio, Santità, Eva 3000 e Vip Magazine.
La cosa buffa è che mentre il giornalista di Report si trovava alle Dogane per l’intervista, arrivava la telefonata di Tulumello che chiedeva lo sdoganamento dei colli perché finalmente erano arrivate le certificazioni.
Al controllo immediato e sotto le telecamere della Rai non c’è stata via di scampo. Quei dispositivi sono inutilizzabili. Aprendo lo scatolone, infatti, è uscito fuori un certificato Celab fasullo come fasulla è la merce pronta per la consegna.
Già qualche giorno fa avevamo scritto e posto dubbi sulla qualità dei prodotti acquistati. Solo adesso che qualche documento è iniziato ad uscire dalla Regione Lazio ci rendiamo conto del danno procurato. Decine e decine di milioni buttati al vento. Fatta anche noi una verifica veloce sui siti di controllo delle certificazioni autentiche non potevamo credere ai nostri occhi. Quasi la totalità dei certificati consegnati sono esposti in bella evidenza tra quelli tarocchi.
certificazioni fasulle
Un dilettantismo, un pressapochismo e un’arroganza quella mostrata da Nicola Zingaretti, il suo vice Daniele Leodori e del capo della Protezione Civile che non ha eguali nel dopo guerra. Il Governo adesso deve chiedere conto al governatore, capo di un partito politico famoso per i disastri economici compiuti. E’ ora di fare davvero le valige. Non possono farla franca anche questa volta.
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