L’Italia comincia a tirare un sospiro di sollievo, il nemico ha iniziato ad avere contorni sempre più nitidi ed oggi, il mondo medico e scientifico italiano sa come affrontarlo sul campo.
“La modalità di gestione clinica di questa infezione è cambiata in tutto il mondo, anche e soprattutto grazie al contributo che l’Italia, fatta di medici, sanitari e ricercatori, ha saputo dare. L’Italia ha avuto un impatto significativo: ad oggi sono oltre 1100 i contributi italiani, tra articoli scientifici e studi clinici sul COVID, pubblicati in Pubmed (la principale banca dati di articoli scientifici medici al mondo). Direi un contributo straordinario: uno dei più ampi e completi al mondo“, ad affermarlo è il virologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova”.
L’Italia che segna il passo nella lotta al virus con la scrupolosità e la preparazione dei suoi medici.
“Abbiamo disegnato studi randomizzati, argomentato con colleghi, discusso multidisciplinarmente, passato notti insonni rivedendo dati e leggendo l’ultimo studio pubblicato.
Abbiamo sperimentato e capito molte cose che altri, forse, non avevano completamente compreso.
Abbiamo imparato ad usare (e non usare quando non servono) gli antivirali (con Remdesivir in testa), gli antiinfiammatori (cortisone e Tocilizumab su tutti), gli anticoagulanti, i caschi e altri mezzi di ventilazione non invasiva, le immunoglobuline, il plasma iperimmune e molti altri presidi ugualmente efficaci.
Il mondo medico-scientifico-assistenziale – conclude Bassetti – oggi rappresenta una delle parti più belle del nostro grande paese, fatto di sacrificio, abnegazione e intelligenza.
Non continuare solo a parlare del numero dei morti o delle presunte cose che, secondo alcuni, non hanno funzionato. Ora vorrei che si tornasse a parlare di orgoglio italiano, partendo (proprio) dalla ricerca medica e scientifica“.