CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: La sottoscritta ASAMAR Lazio – Associazione delle agenzie marittime raccomandatarie del Lazio – si rammarica di non essere mai stata interpellata nei vari tavoli aperti durante questa crisi. Vorremmo sottolineare con tutta la dovuta fermezza che l’agente marittimo è, nei traffici merci, il vero collegamento tra armatore, ricevitore/caricatore e terminalista.
E’ sempre l’agente marittimo che si interfaccia con le varie autorità locali (AdSP, Polizia di frontiera, Agenzia delle Dogane, Capitaneria, Guardia di Finanza etc…). Ed è ancora l’agente marittimo che sponsorizza il porto cercando nuovi traffici e soluzioni ai relativi problemi operativi, per far sì che anche solo una nave in più arrivi nel nostro porto.
A differenza di molti altri porti che basano la propria economia sulla movimentazione delle merci, il nostro porto opera principalmente nel settore passeggeri (crociere e traghetti) e questo è oggettivamente confermato da quanto si è potuto constatare durante questa crisi, in cui la totale scomparsa di questo traffico ha determinato la profonda crisi di agenzie marittime, spedizionieri, imprese portuali, guide ed accompagnatori, società di ncc e bus. Anche in questo caso, in quanto coordinatore dei vari servizi richiesti dalla nave e dai suoi passeggeri, è l’agente marittimo che ha, più di tutti, il polso della situazione.
Quasi tutti i lavoratori delle agenzie marittime – più di un centinaio – sono attualmente in cassa integrazione in attesa della fine di questa emergenza.
ASAMAR Lazio, unendosi al grido di allarme lanciato da altre associazioni di categoria, intende portare proposte concrete per tentare di ridare un futuro al nostro porto. Più dettagliatamente:
Il settore del traffico rifiuti, da oltre due anni, sta cercando di affacciarsi su questo porto. Un grosso ostacolo che purtroppo si frappone ad uno suo concreto realizzarsi è la limitazione al traffico del solo CSS Codice CER 191210 (il cosiddetto CDR). Alcuni esportatori non vedono l’ora di poter iniziare l’esportazione di rifiuti con codici CER diversi, soprattutto 191212 e 191204. E’ proposta di questa associazione voler estendere la fattibilità delle operazioni portuali a tutte le tipologie di rifiuti non pericolosi. Una rapida consultazione di tutte le autorità interessate in questo traffico sbloccherebbe la situazione.
Nell’ottica dell’ampliamento dell’offerta del porto, una nostra ulteriore proposta è l’apertura completa al traffico container sulla banchina 24. Nel corso del 2020, la banchina 25 sud può essere utilizzata per il traffico merci, ma dal 2021 – quando auspicabilmente il traffico crociere ritornerà con forza – quella banchina sarà dedicata per il 95% al traffico crocieristico. E’ necessario, quindi, che la banchina 24 possa essere utilizzata per la movimentazione di qualsiasi tipo di merce.
Al fine di poter attrarre nuovi traffici, è parere di questa associazione che debbano ridursi i costi legati allo sbarco/imbarco delle merci. In questo senso, una diminuzione delle tariffe dei diritti di imbarco/sbarco darebbe giovamento a quel processo di rilancio del porto. Il traffico delle rinfuse liquide, in particolare, soffre molto l’enorme ammontare dei diritti di sbarco. Il peso elevato di questi diritti pesa, successivamente, sul prezzo del bunker che viene venduto localmente alle navi. Il traffico di prodotti bunker sta andando inesorabilmente incontro ad un profondo declino per via della forte competitività di altri porti.
Allo stesso scopo, gioverebbe una riduzione sperimentale degli importi delle tasse di ancoraggio mensili sulla scorta di quanto coraggiosamente fatto per le tasse di ancoraggio con validità annuale. Questa riduzione comporterebbe un minor costo del “sistema porto” che risulterebbe quindi più attrattivo.
Una buona movimentazione della merce sottobordo è alla base di un corretto afflusso/deflusso della stessa merce in banchina. Le condizioni delle nostre banchine, soprattutto della banchina 24 e della 25 sud, causano difficoltà logistiche che minano la velocità delle operazioni portuali. Un loro ammodernamento gioverebbe ai traffici ed alle imprese che ci lavorano.
Sulle principali riviste di settore si avanza l’ipotesi che sia il traffico yacht quello che sarà il primo a rilanciarsi (per via del numero esiguo di ospiti e membri dell’equipaggio a bordo). La condizione della marina yachting è al limite della fatiscenza, con erba in crescita sulla strada, uno strato di guano lungo tutta la banchina 7 e le boe non più al loro posto. In aggiunta, alcuni mega-yacht già nel 2019 hanno dovuto rinunciare all’ormeggio nella nostra marina yachting per via del basso fondale (5,5 metri di pescaggio consentito, al momento). Il loro dirottamento sulla banchina 8 non consente l’allaccio alla rete elettrica, è problematico per le procedure di security e non è scontato se consideriamo che la banchina 8 è spesso richiesta da unità militari. Un dragaggio della banchina 7, che permetta l’ormeggio di unità con pescaggio di almeno 7 metri, attrarrebbe un maggior numero di mega-yacht che darebbero respiro anche al settore della ristorazione, delle forniture navali, del trasporto con ncc etc…
Una velocizzazione della creazione delle tanto agognate ZLS e ZES farebbe sicuramente da apripista ad un rinnovato interesse sul nostro porto. I vantaggi che deriverebbero sarebbero senza alcun dubbio notevolissimi.
In questo momento di difficoltà sono state avanzate ad ENEL molte proposte, alcune delle quali – conoscendo l’operatività della centrale ENEL per quanto riguarda la movimentazione del carbone – non facilmente praticabili. ENEL non brucia tanto carbone perché, con la recente tassazione dell’anidride carbonica prodotta, il prezzo di vendita dell’energia risulta a volte inferiore al suo costo di produzione. In un momento di difficoltà sarebbe cosa buona chiedere ad ENEL uno sforzo per sostenere il porto ed arrivare ad avere mensilmente almeno 3/4 navi carboniere e 3/4 navi ceneriere ormeggiate al loro pontile. Per ENEL significherebbe solo un leggero aumento di costo, ma un piccolo aumento dell’attuale movimentazione sarebbe una boccata d’ossigeno per il mondo delle imprese e dei servizi portuali che girano attorno a questo traffico.
Da questo breve e non esaustivo elenco appare chiaro come siano tante le cose che possono essere rapidamente realizzate, mettendovi mano da subito.
Riteniamo ci si debba rimboccare le mani e fare sistema per ridare un futuro ai nostri porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
Confidiamo in un sollecito e positivo riscontro, che possa avviare un confronto costruttivo e foriero di rapide soluzioni.
In tale attesa, inviamo i nostri migliori saluti.
Carlo Alberto Palomba
Presidente Asamar Lazio
Località Prato del Turco snc
Molo Vespucci – Banchina n. 2
00053 Porto di Civitavecchia (ROMA) – Italy