VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: La richiesta di rinvio a giudizio del presidente della Talete Bossola per disastro ambientale è un’ulteriore evidenza di come in taluni ambienti l’acqua sia ritenuta una merce.
Furono le captazioni eccessive, conseguenza di una logica di esclusivo sfruttamento delle acque e dei luoghi, a determinare una crisi del delicato ecosistema del lago di Bracciano.
Una decisione che ha messo a rischio la presenza di tanti esseri viventi, animali e vegetali.
Ci chiediamo allora se il Presidente della Provincia quale Governatore delle acque del Viterbese non debba riflettere sulla possibilità di richiedere la sostituzione dell’attuale presidente con una figura maggiormente sensibile alle tematiche ambientali e portatore di una idea di acqua come bene comune, anche nel rispetto della volontà popolare espressa nel referendum del 2011.
I nostri laghi, i nostri fiumi e le nostre sorgenti hanno bisogno di essere governati da sensibilità capaci di comprendere il loro delicato equilibrio. Le Comunità e i cittadini hanno la necessità di avere una gestione che sappia comprendere le loro difficoltà economiche e sociali. L’acqua bene comune da tutelare e distribuire evitando logiche di pura mercificazione è il concetto che oggi ancor più di ieri va ribadito e affermato.
Fabio Valentini Consigliere Provinciale “per i beni comuni”
Bengasi Battisti Coordinatore Provinciale “per i beni comuni”