ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: All’Assessore Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Dr. Alessio D’Amato
Sono passati ormai quasi 6 mesi da quel 24 ottobre 2019 quando un comunicato inviato dalla Cisl Medici Lazio denunciava come, nel nuovo piano di riorganizzazione del SSR, si facesse un altro passo concreto verso la scomparsa degli specialisti ambulatoriali convenzionati. Infatti il piano di riorganizzazione del SSR normato col DCA del 25.07.2019 n.U00303 (annullato e sostituito con successivo DCA n. U00469 del 14.11.2019) conteneva più di un riferimento sulla scelta della politica regionale di andare – anche in questo settore – verso una ennesima privatizzazione per figure mediche specialistiche ambulatoriali.
Il DCA, tra le altre indicazioni infatti recita: “…Nel corso del triennio sarà progressivamente consentito agli erogatori privati di effettuare le medesime prestazioni dei soggetti pubblici” e ancora: “…Sarà effettuato l’aggiornamento del fabbisogno di prestazioni ambulatoriali al fine di consentire l’ampliamento dell’accreditamento delle branche ambulatoriali…” e se non bastasse: “…Sarà dato mandato alle Aziende Sanitarie di negoziare una parte del budget con i soggetti erogatori”.
Il giorno successivo un comunicato dell’assessore D’Amato replicava alla Cisl Medici: “Nessuna scomparsa degli specialisti ambulatoriali convenzionati…”. L’assessore inoltre chiariva che “siamo pronti al confronto e ad un eventuale accordo con i rappresentanti degli specialisti convenzionati …abbiamo già avuto interlocuzioni a partire dal dottor Antonio Magi Presidente Omceo Roma e segretario generale Sumai”.
Il 26 ottobre la Cisl Medici Lazio prendeva atto con soddisfazione del sollecito chiarimento da parte dell’assessore e lo ringraziava comunicando: “Specialistica ambulatoriale: bene D’Amato ora aspettiamo convocazione per confronto”.
Evidentemente le interlocuzioni promesse – non certo con Cisl Medici che aveva sollevato il delicato problema e che è di fatto ad oggi ignorata – hanno purtroppo preso la piega opposta a quella rassicurante che ipotizzava l’Assessore e spieghiamo perchè.
Il recentissimo DCA 47 del 18/03/2020, (dopo le ormai diffusissime esternalizzazione di Infermieri e Terapisti della riabilitazione) prevede che anche per gli Specialisti Ambulatoriali Convenzionati si avvii il progetto di dismissione appaltando ai privati accreditati anche l’erogazione di visite domiciliari specialistiche (con tariffe fino a 200 € a visita). Ciò anche con una buona dose di amara ironia: la stessa Regione che da anni ormai non assegna più nuove risorse al settore nevralgico della assistenza specialistica convenzionata mette nero su bianco nel DCA 36 del 17/02/2020 la frase, che sembra suonare beffarda, “laddove non sia possibile l’erogazione diretta da parte della ASL” come a chiamarsi fuori dalle sue proprie scelte che hanno ormai ridotto l’assistenza ai pazienti domiciliari (tra i più fragili del sistema) ad una grande e penosa lista di attesa; dove un paziente allettato per ricevere una visita di un diabetologo, di un neurologo, di un geriatra, di un ortopedico deve attendere settimane ma più spesso mesi.
Non sembra interessare alla politica regionale ed alle principali organizzazioni di categoria che esista un grosso serbatoio di Medici Specialisti convenzionati pronti e già pienamente operativi, organizzati in un sistema capillare con graduatoria su base provinciale (il cosiddetto Comitato Zonale) che sarebbero disponibili immediatamente con la chiamata di un semplice atto amministrativo di ogni ASL.
Giova inoltre ricordare che gli Specialisti Convenzionati rappresentano oggi l’ultima possibilità di verifica e controllo delle prestazioni domiciliari erogate dagli accreditati; la norma approvata va quindi a sancire il pericoloso concetto che gli accreditati eroghino prestazioni fisioterapiche ed infermieristiche che potranno essere prescritte e “verificate” dai loro stessi Specialisti: il controllato che è quindi anche controllore di se stesso…
Il tutto avviene poi in totale controtendenza al recentissimo D.L. (n. 14 del 9/3/20) convertito in legge il 9/4/2020, che all’articolo 2.sexies rende possibile alle ASL procedere per il 2020 ad un aumento delle ore di specialistica ambulatoriale convenzionata interna con un finanziamento pari a 6 milioni di euro.
Ci domandiamo quanto ancora la nostra Regione vorrà muoversi in controtendenza alla normativa nazionale, al buonsenso economico ed alla evidenza che, mai come in questi giorni, ci dice che il SSN non va depotenziato nè abbandonato ma che realmente deve essere un patrimonio di tutti da preservare e da potenziare.
Chiediamo pertanto all’Assessore D’Amato, in ottemperanza al DCA 36/2020 che ha istituito dei tavoli di lavoro e verifica periodica della attuazione della normativa sul tema, di non voler escludere proprio la rappresentanza dei firmatari dell’ACN di quei Medici Specialisti Interni che negli ultimi decenni sono stati tra i protagonisti della sostenibilità di un sistema sanitario pubblico territoriale che vogliamo continui a vivere.
Il segretario generale Cisl Medici Lazio, Dott. Luciano Cifaldi
Il segretario generale Cisl Medici Roma Capitale/Rieti, Dott. Benedetto Magliozzi