“L’ istruttore può riferire ciò che crede – ha detto Egidio Papa, zio di Daniele – saranno poi le indagini a chiarire cosa è accaduto su quell’aereo”
ROMA – «Ho sentito un forte rumore e ho provato a prendere i comandi ma il mezzo è andato giù perché il ragazzo era nel panico e li aveva bloccati».
È questo il cuore della testimonianza fornita dall’istruttore di volo Vito Giannandrea, a poche ore dall’incidente aereo in cui ha perso la vita un allievo di 23 anni, Daniele Papa. Ricoverato al Gemelli, l’istruttore ha raccontato quei momenti agli agenti.
«Stavamo provando la fase di atterraggio, scendendo e risalendo con l’aereo. A un certo punto ho sentito il botto. L’areo era in fase di discesa. Ho preso in mano i comandi ( l’aereo ha un doppio comando ndr) ma non lo ho potuto governare perché il pilota era nel panico e non li mollava» .
Il biposto a quel punto è finito nel Tevere, all’altezza di via Vitorchiano.
« L’ aereo non è colato subito a picco. Mi sono sganciato e ho provato a sganciare anche lui ma non ce l’ ho fatta. Poi mi sono attaccato alla coda per fare leva e tenere l’ aereo a galla ma è affondato».
L’ inchiesta del pm Alberto Galanti, al momento senza indagati, è aperta per omicidio colposo. È stata disposta una consulenza per capire se il motore del mezzo, che apparteneva ad una flotta di aerei nuovi, abbia avuto un’ avaria o se durante il volo sia stato preso un albero o la cima di qualche edificio. La vittima, figlio di un pilota Alitalia, dopo aver conseguito un primo brevetto per 41 ore di volo, era alla sua terza lezione del corso successivo.
«L’ istruttore può riferire ciò che crede – ha detto Egidio Papa, zio di Daniele – saranno poi le indagini a chiarire cosa è accaduto su quell’aereo » . Periti e tecnici sono ancora a lavoro su ciò che resta del biplano finito nel fiume a 10 metri di profondità: « L’indagine è complessa – ha aggiunto – e noi stiamo seguendo sia l’ aspetto legale che quello più tecnico, legato all’incidente.
Certo, la responsabilità del volo era del pilota e mio nipote aveva una certa esperienza dunque è difficile credere che fosse nel panico. Comunque solo le perizie potranno stabilire la dinamica dello schianto. Restano ancora molti punti da chiarire». Intanto la famiglia è in attesa dei risultati dell’esame autoptico: « Non abbiamo ancora potuto neanche organizzare il funerale per Daniele. Siamo stravolti da questo dolore».