Il procuratore di Viterbo, Paolo Auriemma, scriveva a Palamara: “Sono disgustosamente contrario a unioni omosessuali. Sì alla legalizzazione delle droghe leggere”

Palamara all’epoca era il più potente consigliere del Csm ed esponente di punta di Unicost, rimprovera l’amico Auriemma: «Fai tu. Non dare idea che sei in perenne conflitto con me».

 

ROMA – Nelle chat estrapolate dal cellulare di Luca Palamara – scrive oggi Giacomo Amadori su La Verità -, Silvio Berlusconi non è più il piatto forte come lo era stato tra il 2008 e il 2011 quando lui era premier e Palamara presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Ora il posto di Berlusconi nel cuore delle toghe è stato preso da Matteo Salvini.

Ma in qualche messaggino il vecchio Silvio compare ancora.

 

Per esempio, nel luglio del 2017 quando il vicepresidente dell’ Anm Antonio Sangermano, ex pm del caso Ruby, rilascia un’ intervista al Giornale contestando la retroattività della legge Severino nei confronti di Berlusconi. Il passaggio che manda in tilt i magistrati è il seguente:

 

«Silvio Berlusconi è sulla scena politica, è un leader di levatura obiettiva scelto dal popolo, e io credo che spetti agli elettori decidere il suo destino politico. A me sembra evidente che la legge Severino è una legge che produce effetti penali, e che quindi in base alla Costituzione non potesse venire applicata retroattivamente».

 

Palamara in quel momento è il più potente consigliere del Csm ed esponente di punta di Unicost (anche se è stato per anni iscritto al gruppo progressista di Magistratura democratica, Md), la stessa corrente di Sangermano. E commenta così le dichiarazioni del collega con il presidente dell’ Anm Francesco Minisci: «Ho letto l’ intervista, passaggio sulla Severino incomprensibile. Anzi inspiegabile». Minisci: «Addirittura incredibile». Palamara: «Deve chiarire due punti: giudizio politico su Berlusconi; Severino».

 

Ad un certo punto, il giornalista de La Verità, riporta uno scambio di messaggi tra Luca Palamara e il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma sulla vicenda:

 

“Il procuratore Paolo Auriemma è stupito per il cancan: «Ma che ha detto Sangermano?». Palamara preannuncia l’ effetto di un suo intervento: «Fra poco si dimette». Auriemma, dopo aver letto il giornale, commenta:

 

«Sinceramente l’ intervista non mi sembrava così scandalosa come sembra a te () i toni erano pacati e i giudizi personali, palesemente personali. Io personalmente sono totalmente disgustosamente contrario a unioni omosessuali che portino in una prospettiva futura a richiesta di adozione. Sono favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere in determinati limiti (a cui Sangermano si era detto contrario, ndr).

 

Ma qui non entriamo in quello a cui crediamo o a cui non crediamo. Qui abbiamo a che fare con la libertà di chi parla quando tutti dicono cazzate. Uno di noi non può neanche parlare?».

 

Palamara non ci vede più: «Mai saputo che anche tu fossi berlusconiano e di destra () la destra di Unicost è in leggera estinzione». Auriemma: «Io non sono berlusconiano e di destra, ma chiunque può dire qualsiasi stronzata e non viene redarguito mentre invece lo dice uno dei nostri che addirittura Berlusconi lo ha messo sotto processo e viene stigmatizzato come uno che difende Berlusconi. Pensa se non lo aveva messo sotto processo». Palamara diventa minaccioso: «Fai tu. Non dare idea che sei in perenne conflitto con me».”

 

QUESTO L’ARTICOLO COMPLETO DI GIACOMO AMADORI (clicca qui) 

 

Paolo Auriemma, Luca Palamara, Marco Mancinetti insieme al convegno nazionale magistrati organizzato da Unicost a Viterbo a maggio del 2018