VITERBO – E’ la capogruppo del Pd in consiglio comunale, Luisa Ciambella, ad interrogare il sindaco sulla questione Talete, azienda che gestisce il servizio idrico di diversi comuni.
Già a maggio Ciambella, aveva denunciato dagli scranni del comune, la mancanza di trasparenza della società partecipata nell’obbligo di pubblicare sul proprio portale atti riguardanti “bandi di gara e concorsi”, quelle voci che fanno vedere al cittadino quanti soldi pubblici si spendono.
Ed è proprio la consigliera a notare che il sistema, non solo quello informatico, più che trasparente sembra al quanto opaco.
Denari pubblici spesi a pioggia e inconsciamente.
“Nel 2019 Talete ha speso 900 mila euro per l’acquisto di un nuovo gestionale informatico aderendo ad una convenzione CONSIP SGI e allo stesso tempo rinnovava per € 66.107,00 + iva l’assistenza per il sito vecchio. E’ una cosa normale?”
Si chiede la consigliera, che nel’ ultimo consiglio comunale è tornata alla carica segnalando che “ho avuto modo di verificare che dal 2014 al 2020, in ben 7 anni, non si sono tenute procedure di selezione di professionisti da utilizzare per le progettazione per la direzione lavori e servizi a supporto del RSPP che invece in affidamento diretto sono state assegnate per un importo complessivo di € 549.065,27 oltre iva e cassa.. Questa somma è stata sostanzialmente suddivisa tra nove professionisti/studi tecnici. Chiedo al Sindaco di sapere se tutto questo sia rispettoso delle procedure di legge e rispettoso in modo particolare del principio di rotazione che garantisce a tutti i professionisti la stessa probabilità di aggiudicarsi un lavoro. Inoltre, per quel che riguarda gli incarichi professionali a supporto dell’ufficio gare e rup, 5 professionisti o studi professionali si sono visti assegnare incarichi per totali € 285.923,00 oltre iva 22% tra il 2016 e il 2020, per poi, una volta assegnati, cambiare idea e annullare la procedura. E sicuramente oltre a a questi possono esistere altri incarichi non visibili sul sito internet della società”.
Conclude la consigliera, che rammenta al primo cittadino Giovanni Maria Arena “di rappresentare gli interessi del socio di maggiorana relativa dal novembre 2018, oltre ad essere membro del Comitato di indirizzo del controllo analogo congiunto insieme ai sindaci di Montefiascone, Vetralla, Bassano Romano, Canepina, Bomarzo, Nepi e Tessennano”.
La consigliera e i cittadini viterbesi, che pagano l’acqua al pari del Dom Perignon , rimangono in attesa di risposte.