Il 31enne denunciato dalla Polizia per gli atti vandalici perpetrati a danno delle sedi del partito e l’ufficio politico del sindaco leghista Alessandro Giulivi
TARQUINIA – Stefano Pincolini, 31enne di Tarquinia, grillino integralista. E’ lui l’uomo denunciato dalla polizia del commissariato cittadino, riconosciuto quale artefice delle scritte inneggianti alle Brigate Rosse e al gruppo anarchico GSP.
Però non appartiene a nessun gruppo estremista. Ha agito da solo. Gli uomini del locale commissariato di polizia, meritano un riconoscimento per la rapidità con la quale sono risaliti a Pincolini. Un lavoro di ricostruzione digitale fatta grazie alle telecamere di sicurezza pubbliche e di alcune abitazioni private che hanno permesso di ricostruire i vari passaggi fino ad incastrare, senza ombra di dubbio, l’integralista grillino.
E’ arrivato a piedi nel centro storico di Tarquinia; si è cambiato, camuffato e travisato volto e capelli (lunghi) a qualche centinaio di metri dalle due sedi della Lega. Ha effettuato le scritte tra le due e trenta e le tre del mattino e, a ritroso, e tornato a casa pensando di averla fatta franca.
Durante l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Claudia Trippanera, ormai specializzata in difese molto complicate, ha chiesto scusa al sindaco e proposto di ripulire le scritte a sue spese. Non ha nascosto le sue simpatie per il Movimento 5 Stelle e che il suo gesto non era contro la Lega ma il sistema politico nel suo insieme.
Poco credibili le sue parole però. Infatti, sul suo profilo Facebook, ci sono post di odio e insulti nei confronti della Lega e del suo leader Matteo Salvini.
Probabilmente si è fatto influenzare dal continuo bombardamento di insulti che i vari Scanzi, Grillo, Di Battista e via discorrendo, fanno inondando i social tutti i giorni (soprattutto Andrea Scanzi).
Basta leggere i vari profili di questo ragazzo per capire come, la campagna d’odio dei grillini e delle sardine può trovare in cretini come Stefano Pincolini persone pronte a mettere in gioco la propria fedina penale. Del resto se qualcuno è libero di scrivere sui quotidiani che per fermare la Meloni bisogna riprendere in mano lo “schioppo” è evidente che poi un disagiato sociale sul genere di Stefano Pincolini è facile farlo armare e compiere gesti scellerati.
In ultimo, ma non per questo meno rilevante, nessuno dei partiti di centrosinistra ma anche quelli di centrodestra, hanno espresso solidarietà al sindaco Giulivi e condannato il gesto.