“Il prete”, giustamente perdona chi truffa, timbrare il cartellino, farsi i fatti propri, d’ora in avanti costerà solo qualche giorno di sospensione. Intanto le commesse al genero Sagratella fioccano anche a CSP
CIVITAVECCHIA – Il furbetto del cartellino, Renzo Crisostomi, se la caverà con una tirata d’orecchie e qualche giorno di sospensione.
Il furbetto timbrava il cartellino all’autoparco dove avrebbe dovuto lavorare. Usciva e se ne andava all’Università Agraria insieme al compagno di merende Daniele De Paolis e assegnava commesse alla società del genero per realizzare abbeveratoi per il bestiame assetato.
Oltre venti casi accertati che, secondo illustri consulenti del lavoro (che ovviamente non hanno volutamente tenuto conto della Legge Madìa), hanno sentenziato che il licenziamento non “s’ha da fare”.
Per carità, tutti questi consulenti chiamati a dedurre gratis a favore di Crisostomi, parlano di Regio Decreto e contratto dei ferrotranvieri, mica pizza e fichi. Un prete col cappello da capotreno che porta a casa 5/6 mila euro al mese, che prima delle 10 e 30 non è mai in ufficio, Paolo Iarlori, non se la sente di prendere una decisione e quindi cosa fa?
Passa la palla al cda che dovrà mettere la firma al suo posto. Non vuole rogne. Bisogna capirlo. Il neo fascista (si fa per dire visto l’atteggiamento bieco-democristiano) alla guida di Fratelli d’Italia è abituato all’inciucio. Oggi con Tidei domani chissà.
Tornando a Crisostomi, il furbetto del cartellino, avrebbe la responsabilità dei mezzi della Civitavecchia Servizi Pubblici. Indovinate il nome di una delle ditte che da anni fattura decine di migliaia di euro all’ente? Non l’avete indovinato? Ve lo diciamo noi. Sempre Sagratella, quella del genero.
Come diceva l’indimenticabile Gino Bartali: “L’è tutto sbagliato… L’è tutto da rifare“.