Roma – «È fatta! Dopo 12 anni il Lazio è fuori dal commissariamento della sanità. Ora assunzioni e investimenti per una nuova sanità, ospedali, ambulatori e servizi sui territori. Una vittoria storica!». Il presidente della Regione Nicola Zingaretti annuncia su Facebook l’uscita dal commissariamento della sanità, durato 12 anni e lo definisce l’esempio del «riformismo che vince. Quello che di fronte a problemi enormi in silenzio cambia le cose giorno dopo giorno. Continueremo così», assicura.
Nelle parole di Zingaretti, «questo è il nostro modo di contribuire alla rinascita italiana in maniera concreta. Regaliamo questa vittoria a tutta l’Italia. Si può ripartire, abbiamo fatto il nostro dovere e siamo pronti a dare una mano. Anche grazie a questo traguardo possiamo dire che i giovani del Lazio vivranno in una regione migliore di quella che abbiamo trovato noi sette anni fa. Ci si dimentica sempre di chi verrà dopo perché in maniera egoistica si divora quanto c’è nel presente».
Il commissariamento era iniziato nel luglio 2008, «quando il governo, visto sfascio del nostro sistema che aveva due miliardi di debito e i peggiori livelli di assistenza, aprì questa stagione, vedendo il pericolo che questa situazione costitutiva per i cittadini Lazio e per i conti dello Stato». Dodici anni dopo, «oggi alle 15.30 – si legge nel post che porta la data di ieri, 22 luglio, abbiamo concluso l’ultimo tavolo di verifica col Mef e da domattina non sarò più commissario alla Sanità». Quindi il ricordo dei due predecessori Marrazzo – «che inaugurò questa stagione» – e Polverini, con i quali Zingaretti ha volto condividere il successo, «perché è giusto riconoscere uno sforzo straordinario del sistema sanitario regionale, le sofferenze dei cittadini e degli operatori, di un lavoro che riporta la seconda regione italiana per pil in una condizione di normalità».
La fine del commissariamento infatti «per le persone e i lavoratori vuol dire cambiare tutto. Nel 2012/13 nel Lazio, a causa del blocco del turnover ci furono 68 assunzioni, la fine di questo blocco e la programmazione fatta hanno portato la Regione dal 2016 al 2020 a 5mila assunzioni programmate, molte delle quali si sono già sviluppate – ha continuato il presidente -. Ma già questo numero dà l’idea che si torna a una stagione in cui le cure sono di nuovo il cuore pulsante dell’innovazione che vogliamo mettere in campo, anche attraverso assunzioni e stabilizzazioni».