Se non fosse tutto vero ci sarebbe da ridere. Il commercialista campano prima ha rassegnato le dimissioni; poi ha partecipato al nuovo bando più ghiotto e, ovviamente, è stato ritenuto da Di Majo idoneo (Sic!)
CIVITAVECCHIA – Fare il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale a Civitavecchia, con questo caldo, abituato al fresco delle montagne austriache, deve essere una vera e propria tortura per chi, come Francesco Maria Di Majo di portualità capisce poco o niente.
Non conosce vergogna lui ma nemmeno chi lo consiglia. L’ultimo caso è davvero eclatante e la magistratura, sia contabile che giudiziaria, dovrebbe metterci le mani una buona volta.
Era febbraio quando il napoletano Raffaele Marcello da pochi mesi nominato amministratore unico della PAS (Port Authority Security), società in house che si occupa della sicurezza portuale, rassegnò le proprie dimissioni.
Dimissioni che andavano ad aggiungersi a quelle fatte pervenire in blocco da quello che doveva essere il nuovo organo di controllo composto da Valeria Giancola presidente (residente a Francavilla a Mare), Marcello Pollio (residente a Genova), Tito Flavio Scibetta (residente a Roma) e supplenti Teresa Cantore (residente a Civitavecchia) e Matteo Pozzoli (residente a Firenze).
Ennesimo colpo di scena dunque, da segnalare alla Corte dei Conti, per l’ingente danno erariale compiuto a danno dell’Azienda Porto.
Cinque bandi, cinque commissioni esaminatrici, cinque amministratori, cinque revisori, fatture false e via discorrendo hanno minato quella società in house che, fino all’uscita di scena di Pasqualino Monti, era il fiore sicuramente fiore all’occhiello dell’Autorità Portuale.
Raffaele Marcello pur essendo dimissionario ha traghettato la società all’assemblea e votato un bilancio che non è stato ancora pubblicato e quindi impossibile capire, almeno oggi, le alchimie messe in pratica per far battere i conti.
Un fallimento dietro l’altro perché. Non si contano gli amministratori unici passati in men di tre anni. Le due diligence strapagate così come le consulenze esterne. La liquidazione corposa concessa al colonnello dei carabinieri Vincenzo Conte che ficcava il naso ovunque e denunciava il marcio (a proposito ma i suoi esposti che fine hanno fatto?).
Il bilancio di quest’anno è passato e non è stato pubblicato. Il sito sulla trasparenza della PAS è così trasparente che non si vede assolutamente niente, rischia di diventareinvisibile pure il computer.
Conti economici che invece ha saputo far quadrare proprio Raffaele Marcello che, prima di dimettersi, si lamentava dello stipendio basso e dei mancati rimborsi che chiedeva con continuità quasi asfissiante.
Nuovo bando per sostituirlo, perché dimissionario e nuova nomina, sempre lui ad aggiudicarsi l’incarico con il compenso che è magicamente passato da 25mila a 39 mila euro.
Ovviamente tutto questo accade in un momento delicato della nostra nazione. Lavoro che manca, cassa integrazione che ancora non arriva per migliaia di persone e gente come questo Marcello che i conti, quando si tratta del suo personale lavoro, sa come farli tornare.
Che Raffaele Marcello sia un fenomeno da studiare lo abbiamo dimostrato quando lo abbiamo intervistato ma, ha voluto stupirci ancora di più.
Infatti ha nominato come revisore della “sua” azienda (la Pas) Marco Manovelli.
Che c’è di strano si domanderanno in molti. Semplice è in una posizione di incompatibilità manifesta. Infatti, Marco Manovelli, è anche membro dell’organismo indipendente di valutazione dell’Autorità di Sistema Portuale.
Chiediamo al comitato di gestione di inviare, senza ulteriori indugi, tutti i documenti alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica di Civitavecchia e al Ministero dei Trasporti.
Per facilitare il nobile lavoro dei distratti componenti del comitato di gestione riportiamo il parere già in sentenza della Corte dei Conti sull’incompatibilità manifesta di Marco Manovelli.
CC-Sez.-Controllo-Piemonte-del.-n.-44-18 (1)