Viterbo – All’anfiteatro di Ferento Marisa Laurito porta in scena l’emancipazione femminile: “Lisistrata”

Viterbo – Marisa Laurito arriva a Viterbo, andrà in scena con l’interpretazione di “Lisistrata”, lunedì 10 agosto (inizio ore 19,30) a “Ferento 2020. Appuntamenti al tramonto”. Prosegue la stagione estiva nell’antico teatro romano di Ferento (solo cavea con distanziamento nel rispetto delle norme anti Covid 19), organizzata dal Consorzio Teatro Tuscia, assegnatario del bando del Comune di Viterbo, con il sostegno della Fondazione Carivit, di Ance Viterbo e con la direzione artistica di Patrizia Natale, in collaborazione con Archeotuscia onlus e TusciaE20.
“Lisistrata” è una famosa commedia di Aristofane (450 a. C. – 385 a C.), uno spettacolo in tempo di guerra, che ha come antidoto per la pace l’amore e il sesso. L’opera rappresentata è un adattamento di Nicasio Anzelmo (anche regista) e Mario Scaletta (in scena assieme a Marisa Laurito e a Monica Gazzini con le musiche di Federico Capranica).
“Lisistrata” (nome che in greco richiamerebbe il concetto di “Colei che scioglie gli eserciti”) fu rappresentata per la prima volta ad Atene nelle Lenee, feste dedicate al dio Dioniso, del 411 a. C. È un primo documento che tratta l’emancipazione femminile: Lisistrata, donna ateniese, convoca numerose donne di Atene e altre città, tra cui la spartana Lampitò, per discutere un importante problema. A causa della guerra del Peloponneso, infatti, gli uomini
delle poleis greche sono perennemente impegnati nell’esercito e non hanno più il tempo di stare con le loro famiglie. Lisistrata propone allora alle altre donne di fare uno sciopero del sesso: finché gli uomini non firmeranno la pace, esse si rifiuteranno di avere rapporti sessuali con loro. Dopo un momento di sbigottimento e di rifiuto, le donne si dicono favorevoli al piano e fanno un giuramento.
“Affrontare questo testo – si afferma nella nota di scena – necessita una presa di posizione nei riguardi dei vari importantissimi temi che la scrittura di Aristofane riesce ad affrontare. La guerra, l’emancipazione femminile, pacifismo e la condizione della donna.
Anche se oggi il tema dell’emancipazione può risultare fuori moda rimane pur sempre interessante verificare come nella drammaturgia antica questo valore aggiunto abbia avuto il suo sviluppo ad iniziare da Euripide (una per tutte Medea). In questo testo questa emancipazione si sviluppa attraverso una fattiva collaborazione tra donne, che appaiono qui più che mai consce delle loro possibilità nell’imporre la propria volontà agli uomini. Le donne, che di solito erano sottomesse (i loro compiti principali erano in quello di procreare – funzione estremamente importante in un tempo in cui le guerre con le città nemiche erano molto frequenti – e badare alle questioni domestiche), in questo testo rovesciano il mondo maschilista per ottenere con la parità di sesso, impensabile a quei tempi, la pace!
È uno spettacolo pensato in un periodo di “guerra”, di altra natura (ma sempre di guerra si tratta). Regolamentato dalle future “condizioni speciali per la messa in scena”, tre attori raccontano e vivono la Lisistrata di Aristofane. È un gioco musicale, una gioiosa commedia musicale, dove Lisistrata e i personaggi, aiutati dalle canzoni, narrando la guerra, invitano a usare “l’antidoto” per la pace: l’amore e il sesso”.