ACQUAPENDENTE – Riceviamo e pubblichiamo: Nel Luglio 2016, all’inizio del mandato, l’attuale Amministrazione Comunale, in un post condiviso sui social. definiva il trasferimento nel Comune di Acquapendente di alcuni immigrati un “ospitalità”, un “occasione di arricchimento culturale, e opportunità di crescita del paese” invitando a mettere da parte “paure e timori assolutamente ingiustificati” in quanto “la nostra collocazione geografica, la nostra storia, le nostre tradizioni hanno creato le condizioni per lo sviluppo di questo sentimento dell’accoglienza e della solidarietà”.
Nel 2020, quattro anni dopo, e quando il mandato è agli sgoccioli, il Sindaco Angelo Ghinassi scrive per prendere posizione contro “le modalità dall’alto senza interpellare i sindaci” per il trasferimento di alcuni immigrati in una struttura del Comune di Proceno.
Le stesse modalità che prima erano fonte di beneficio per tutta la comunità, adesso sono definite un “modo poco serio di affrontare il problema”.
La solidarietà fa piacere, ma un Paese in declino e che non cresce, non può proporsi come il Bengodi per l’umanità intera quando non basta più a se stesso.
Vediamo che vi sono immigranti da ogni dove; non ci si domanda però se ricadano o meno nel dettato costituzionale, che riguarda soltanto coloro i quali non possono fruire nel proprio Paese delle libertà democratiche.
La Costituzione non può essere invocata soltanto quando si piega alle contingenze ma deve essere rispettata anche quando dà torto.
Ora, siamo lieti che in una visione più realistica e meno idealizzata della situazione, l’Amministrazione Comunale abbia riconosciuto un effettivo problema, cosa di cui siamo stati sempre ben consapevoli, ma ci chiediamo perché non ammetta di essersi sbagliata prima e, di conseguenza, non si capisce perché non di ragione a noi, che tutto siamo fuorché una forza antidemocratica.
Se la nostra Giunta avesse letto, ad esempio, il Corriere della Sera del 2 agosto 2020 la professoressa ed ex ministro laburista israeliana Yael Tamir dice ” Dico che occorre una chiara politica sulle migrazioni.
Lo Stato deve controllare i flussi. La scelta della composizione demografica di un Paese non può essere lasciata alle organizzazioni non governative.
La popolazione in genere teme le migrazioni non controllate. I meno abbienti hanno paura degli stranieri, li vedono come concorrenti in casa loro. Il dramma dei progressisti in Italia è stato che, accecati dall’ideologia globalista, non hanno capito i bisogni e le paure più elementari degli elettori».
Il problema esiste al di là dell’attuale stato di emergenza sanitaria.
D’altronde non sarebbe la prima volta che le nostre perplessità sono poi state confermate dai fatti; basta pensare alla Talete, ai lavori del cimitero e all’Ospedale.
Noi non vogliamo abbattere nulla: né le persone né le cose, noi vogliamo costruire …
Acquapendente sta morendo!!!
Lega Acquapendente