Nel corso dell’ultima udienza del processo bis sull’omicidio di Marco Vannini, Viola Giorgini racconta cosa è successo dopo lo sparo
ROMA – Sono ancora numerosi i dubbi sulla sera in cui Marco Vannini è morto.
Come mai la famiglia Ciontoli ha ritardato tanto nel chiedere i soccorsi? Possibile che Antonio non si fosse accorto che era partito un colpo di pistola? Se l’omicidio è stato un incidente, perché non dire subito la verità? Questi e altri sono i quesiti a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere nel corso del processo d’appello bis che si sta tenendo in questi giorni.
Nel corso dell’udienza di ieri è stata interrogata Viola Giorgini, ex fidanzata di Federico Ciontoli.
La ragazza spiega come all’inizio tutti fossero convinti che si trattasse di un attacco di panico, ma ciò nonostante cercassero di convincere Antonio a chiamare l’ambulanza: “Abbiamo cercato tutti di convincere Antonio a chiamare i soccorsi, credevamo all’attacco di panico ma passavano i minuti e la situazione non migliorava.
Marco un momento sembrava essersi ripreso, poi tornava a stare male”.
Ad un certo punto Federico ha trovato il bossolo del proiettile ed ha capito che il problema era molto più grave: “Federico quando ha trovato il bossolo ha iniziato a insistere ancora di più con il padre, io non sapevo neanche cosa fosse un bossolo, non so nulla di pistole per me era un attacco di panico”.
Successivamente Viola spiega di credere nelle buone intenzioni di Antonio: “Nessuno avrebbe mai voluto fare male a nessuno. Sono certa che Antonio aveva pensato di poterla gestire lui e che tutto sarebbe andato bene”.
Quindi parla del momento in cui i carabinieri hanno informato la famiglia Ciontoli che Marco era morto durante il trasferimento all’ospedale di Roma: “In caserma poi ci arriva la notizia che Marco era morto.
Antonio urlava, bestemmiava, piangeva, ha chiesto ai carabinieri di arrestarlo, di ucciderlo, hanno dovuto prenderlo di forza”.
Alla testimone viene chiesto di spiegare perché, dopo il primo interrogatorio, ha detto telefonicamente all’allora fidanzato di avergli “Parato il c***”.
La frase sembra significare che lo ha protetto da qualcosa, ma la Giorgini spiega: “Federico mi ha chiesto che cosa avessi detto. Intendevo dire ‘ti ho difeso’, non ho omesso o detto cose diverse sulla questione della pistola toccata”. Questo perché, chiarisce la teste, Federico aveva paura che lo collegassero all’omicidio proprio perché aveva spostato la pistola.