ROMA – Una condanna a cinque anni. E’ la richiesta formulata dal pubblico ministero roberto Felici per Pietro Genovese, il 21enne accusato di duplice omicidio stradale per l’incidente avvenuto la notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso in Corso Francia quando furono investite ed uccise Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, due ragazze di sedici anni.
Genovese in aula: “Mia vita distrutta. Sono passato col verde e non le ho viste”
Il figlio del regista Paolo ha scelto di esserci e chiesto di poter intervenire. ”Non ho visto le ragazze, ricordo di essere partito col semaforo verde. Non volevo uccidere nessuno e non volevo scappare. Da quella notte la mia vita è distrutta. Penso ogni giorno a quello che è successo e al dolore che ho provocato alle famiglie e anche alla mia”. Il giovane, in aula, ha ricostruito prima la serata a casa di amici per festeggiare il ritorno di un amico dall’Erasmus e poi il rientro percorrendo Corso Francia dove Genovese ha detto di essere ripartito con il semaforo verde.
La mamma di Camilla: “Profondamente delusa da parole Genovese”
Parole che hanno suscitato l’amarezza di Cristina, la mamma di Camilla Romagnoli. “Sono profondamente delusa dalle dichiarazioni rese in aula da Pietro Genovese, sembrava che stesse recitando a memoria un copione gia’ scritto, lui era indifferente a quello che e’ successo, non si e’ neppure girato una volta verso di noi che gli stavamo dietro”, ha detto la donna al termine dell’udienza. Parlando con l’avvocato di parte civile Cesare Piraino, la mamma di Camilla ha espresso tutto il suo dispiacere per quanto dichiarato dall’imputato: “Avrebbe potuto chiedere perdono e non lo ha fatto. Si e’ limitato a dire che era affranto per quanto accaduto”.
L’avvocato della famiglia: “Ha detto cose false”
Dello stesso tenore l’avvocato Piraino: “Genovese poteva anche risparmiarsi di ricostruire la dinamica dell’incidente, come ha fatto oggi. Ha detto delle cose false che non stanno in piedi assolutamente”. Il processo si svolge con il rito abbreviato davanti al gup Gaspare Sturzo. Prima dell’estate, infatti, la procura si era opposta a una precedente proposta di patteggiamento (due anni e mezzo di reclusione con sospensione della pena) che era stata avanzata dalla difesa dell’imputato.