Il colosso Edison e l’Enel colonizzeranno Civitavecchia con metano e GPL, la partita (con il Governo che dal 2016 ci lavora anche con Marta Grande) è praticamente chiusa
CIVITAVECCHIA – Un impianto di biometano in località Monna Felicita, nel comune di Civitavecchia, che prevede a quanto pare lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti non pericolosi superiore a 100 tonnellate al giorno.
È quello che la società Ambyenta Lazio Spa, società controllata dal Gruppo Edison e EDB nata dal ramo d’azienda del colosso energetico Fenice, ha presentato alla Regione Lazio di cui però, a quanto pare, le amministrazioni locali, Civitavecchia in primis, non erano a conoscenza. Forse sì o forse no. Certo che però Marta Grande, del Movimento 5 Stelle, che ha avuto in audizione i manager di Edison qualcosa sapeva, come il MIT e il MISE.
Audizioni sul futuro energetico 2030. Nero su bianco. Dal 2016 Edison, colosso dell’energia insieme ad ENEL decidono quello che è meglio per territori e cittadini con l’avallo del Governo.
L’investimento a Monna Felicita è di circa 45milioni di euro.
Fa specie quindi immaginare il Movimento Cinque Stelle “in guerra” che parla di un impianto “le cui dimensioni sono atte a soddisfare i bisogni di una grande metropoli come Roma e non un piccolo comune come Civitavecchia: un maxi impianto di biometano – spiegano – che potrà smaltire circa 100.000 tonnellate l’anno di rifiuti organici, quando Civitavecchia e i Comuni del comprensorio non arrivano a produrne neanche 10.000 l’anno. Con questa nuova industria insalubre Civitavecchia avrebbe un’altra fonte di inquinamento a cui ci sarebbe da aggiungere l’enorme afflusso di veicoli che andrebbe in direzione zona industriale per “dare da mangiare” a questo maxi impianto. Troppi gli interrogativi senza risposta: perché un impianto di così grandi dimensioni? In quale discarica andranno i residui? Quanti camion arriveranno nella nostra città? Oggi abbiamo chiesto spiegazioni in commissione consiliare, ma nessuno dei presenti della maggioranza ha saputo spiegare alcunché di questo progetto. Chiediamo con forza al Sindaco e alla Regione – concludono – di fare il possibile e anche di più per impedire la realizzazione di questo scellerato progetto di cui la nostra città non ha assolutamente bisogno”.
Fare il possibile di cosa. Progetto speculare a quello della società Pellicano di Tarquinia ma è come paragonare Davide contro Golia.
L’impianto, tanto per capirci, non brucia niente. Per rendere l’idea di come funziona basta paragonarlo allo stomaco degli esseri viventi. Nei biodigestori viene inserito il rifiuto (cibo) e si attende che venga digerito con una immensa produzione di gas (paragonabile ad una potente scorreggia, perdonateci ma così è). Questo gas, a differenza di quello prodotto dagli esseri viventi, viene conservato e servirà per miscelare il metano per uso pubblico.
In realtà l’ambizione è quella di sostituire, pian piano, i sistemi di alimentazione altamente inquinanti delle navi. Basterà fare un accordo con Enel che di gas ne dovrà portare molto (miscelato) e il gioco è fatto.
Sarà una lotta davvero dura questa. L’unica fortuna è l’individuazione dell’area dove realizzare il tutto. Sono i capannoni della costruttrice Angela Serpieri nel cuore dell’area industriale. Non crediamo siano del tutto idonei e non vorremmo che fossero proprio quelli che qualche Procura della Repubblica sta attenzionando da un bel po’ di tempo.
Vuoi vedere che prima degli ambientalisti arriverà la magistratura?
A leggere le carte è tutto in regola, ci mancherebbe. Dopo una bella centrale a carbone adesso anche una centrale che produrrà peti per il bene della comunità civitavecchiese troppo esposta alle polveri sottili da oltre trent’anni.
Dimenticavamo. Anche i nostri cugini napoletani sono in guerra con l’Ambyenta Campania Spa. Luca Alifani ha presentato anche a Caserta un bel progetto speculate a questo.
Ad annunciarlo è stata l’amministrazione comunale di Carinaro, guidata dal sindaco Nicola Affinito, dopo le preoccupazioni sorte già nei giorni scorsi a Gricignano – sul cui territorio sarà realizzato l’impianto proposto dalla Ambyenta Campania Spa, accanto alla Progest, nelle vicinanze della stazione ferroviaria – e ampliatesi alle comunità limitrofe, quali Carinaro e Teverola, ma anche Marcianise, il cui centro abitato è distante pochi chilometri in linea d’aria. Tra le popolazioni, infatti, torna ad aleggiare lo spettro della “puzza” che, solo pochi anni fa, vide migliaia di persone scendere in strada per manifestare contro l’azienda Ecotransider, poi chiusa al culmine di una lunga battaglia politica, legale e, soprattutto, civile. Senza dimenticare che la zona Asi “Aversa Nord” “vanta” già una buona presenza di aziende dedite al trattamento dei rifiuti, pertanto per i cittadini sarebbe opportuno favorire l’avvento di altre realtà industriali.
“Sul sito “Valutazioni ambientali:VAS-VIA-VI” della Regione Campania, tutta la documentazione “tecnico amministrativa” presentata dalla società “Ambyenta Campania S.p.a.” e protocollata il 15 ottobre 2020.
Si tratta di un “Impianto di produzione di biometano da FORSU da realizzarsi nel Comune di Gricignano d’Aversa Zona ASI di Aversa Nord” per il quale la suddetta società per azioni chiede il rilascio del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale). Quest’ultimo, per quelli come me che sono a digiuno di queste sigle, è un procedimento che viene avviato nel caso di progetti che devono essere sottoposti a valutazione di impatto ambientale di competenza regionale. Si tratta di un procedimento che consente la compiuta istruttoria tecnico-amministrativa finalizzata al rilascio di tutti i titoli abilitativi richiesti dal proponente e necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto.
Tralasciando tutti i documenti tecnici e contabili, mi sono soffermato sul progetto da cui si evince che: il legale rappresentante e amministratore unico di Ambyenta Campania Spa (con sede legale nel Comune di Rivoli – Torino) è Luca Alifano, ingegnere con vari ruoli di responsabilità in diverse aziende che si occupano di “Trattamento rifiuti, termovalorizzazione, bonifica siti contaminati, amianto, depurazione, trattamento acque reflue, ingegneria sanitaria, ingegneria ambientale, ingegneria civile, biometano, digestione anaerobica”; il progettista è l’ing. GianLuca Barducci di Firenze; l’area in cui dovrà essere realizzato il progetto si trova nel territorio del Comune di Gricignano d’Aversa ma a pochissima distanza dall’Impianto Depurazione Acque di Marcianise situato nei pressi dei Regi Lagni in località Carbone; il terreno su cui è previsto l’impianto è di circa 40mila mq ed è già di proprietà della società che presenta il progetto; il piano prevede la realizzazione di un impianto di produzione biometano mediante purificazione del biogas ottenuto da digestione anaerobica da F.O.R.S.U. (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, cioè il materiale derivante dalla raccolta differenziata dell’organico, comunemente conosciuto come “umido”; la potenzialità complessiva dell’impianto è di 110.000 tonnellate all’anno (di cui 90mila da rifiuti organici e 20mila da verde, come potature, ramaglie ecc.); l’impianto, si legge nel progetto, produrrà: biogas, anidride carbonica liquida e fertilizzante”. “Una prima considerazione da fare spiega il consigliere Tartaglione – è che si tratta di un impianto di grandi dimensioni (110mila tonnellate all’anno) progettato per servire un territorio molto ampio. Si pensi che la città di Napoli produce circa 60mila tonnellate di umido all’anno e conta quasi 1 milione di abitanti. L’intera provincia di Caserta conta poco più di 900mila abitanti. Scrivo queste cose per dare la possibilità ai cittadini di avere le informazioni utili a farsi un’idea di ciò che sta accadendo. Ovviamente seguiranno le dovute considerazioni politiche”.
387-All.9