CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: Visti gli ultimi sviluppi in seno alla giunta comunale sale la nostra preoccupazione per il futuro della società partecipata del comune Civitavecchia Servizi Pubblici, la rimozione dell’assessore ai servizi sociali Alessandra Riccetti e dell’assessore alle partecipate e vice sindaco Massimiliano Grasso ci lascia perplessi visto che proprio quest’ultimo ha partorito il piano di risanamento della società, votato dalla maggioranza e dal Sindaco che forse non sarà eccellente ma garantiva una ricapitalizzazione vitale per la conferma della pubblicità dei servizi.
Alcuni dei partiti di maggioranza di tendenza liberale non hanno accolto bene la proposta di procedere a questo risanamento in quanto ideologicamente favorevoli alla privatizzazione dei servizi pubblici, attraverso la completa esternalizzazione.
Nei prossimi giorni il verde pubblico verrà tolto a CSP e sarà nuovamente internalizzato al Comune che successivamente potrebbe esternalizzarlo, in lotti, attraverso le normali procedure di gara di appalto (previste dalla legge), per un valore complessivo di circa 700.000 euro.
A ciò si aggiungono anche le voci di una proposta da parte di Forza Italia per esternalizzare i servizi di sosta a pagamento e le aree di parcheggio che sarebbe stata formalizzata in una riunione di maggioranza e riassunta in un documento consegnato al Sindaco.
Su detta proposta ci sarebbe stata la convergenza di un altro partito di maggioranza che avrebbe proposto di esternalizzare anche la gestione dei cimiteri e delle farmacie.
Della ratifica dell’accordo raggiunto tra le organizzazioni sindacali confederali e l’Amministrazione Comunale oramai non si parla più e non si hanno ancora notizie del mutuo per finanziare il rilancio della municipalizzata.
In azienda, invece, ci sono voci per ora non confermate della proposta del membro del cda Dott.ssa San Felice Di Bagnoli di pagare le tredicesime per il 10 gennaio p.v.
A questo punto non possiamo non sentirci preoccupati per il futuro dei lavoratori di CSP anche in vista della scadenza del 15 dicembre 2020 del piano di risanamento e rilancio della società.
In ultimo ci spiace che coloro i quali stavano lavorando per tutelare i lavoratori ad alto rischio di povertà nonché le persone più fragili siano state sostituite per una mera questione politica di cambi di casacca.
Pertanto visto quanto accaduto siamo costretti a proclamare, dalla data odierna lo stato di agitazione.
La Segreteria di Coordinamento