VITERBO – Nella mattina del primo dicembre scorso, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Viterbo, congiuntamente a personale del corrispondente ufficio della Questura di Roma, hanno proceduto ad eseguire la misura cautelare del “Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” a carico di un cittadino italiano di 45 anni, residente a Viterbo ma di fatto domiciliato a Roma, nonché a carico del di lui padre, 75enne residente in provincia di Roma.
Il 45enne è indagato per il reato di “maltrattamenti in famiglia”, commesso nei confronti della compagna, italiana di 34 anni residente a Viterbo.
Il padre del predetto risulta invece indagato per i reati di “atti persecutori” e “diffamazione”, sempre commessi nei confronti della stessa donna, la compagna del figlio.
Per il più giovane dei due indagati il G.I.P. ha altresì disposto, sulla base di quanto previsto dalla Legge di Riforma “Codice Rosso”, l’applicazione del sistema di controllo a distanza (c.d. “braccialetto elettronico”) che determina l’attivazione di un alert direttamente collegato alla Centrale Operativa 113 qualora l’indagato si avvicini in maniera indebita alla parte offesa, dotata a sua volta di ulteriore strumento elettronico.
Detta innovazione tecnica è stata infatti introdotta con la specifica finalità di operare un più incisivo e puntuale controllo, meglio tutelando quindi l’incolumità della vittima del reato.