Il teorema del pm Massimiliano Siddi di Viterbo, ripreso da quello civitavecchiese di allora, Lorenzo Del Giudice, demolito dalla verità processuale con una sentenza di assoluzione netta e tranciante pronunciato da un collegio di giudici
CIVITAVECCHIA – Alle ore 16 di quest’oggi, nell’aula principale del Tribunale di Civitavecchia, il collegio dei giudici composto dal presidente Morgigni, Carlomagno e Calevi ha chiuso, dopo quasi dieci anni, il processo a carico dell’ex sindaco della Città di Traiano, Giovanni Moscherini e Giuseppe Sarnella, titolare della Sar Hotel, società che voleva realizzare le terme sulle colline dell’argento, con una sentenza di “assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste“
Si chiude così una lunghissima vicenda, strumentalizzata politicamente e con effetti collaterali devastanti per i vari protagonisti, con una verità assoluta: “non hanno commesso alcun tipo di reato“.
La vicenda nasce da uno stralcio viterbese di un’inchiesta che riguardava tre giornalisti, Arturo Diaconale, Paolo Gianlorenzo e Viviana Tartaglini.
Una vicenda legata ad una presunta corruzione e, peggio ancora, su una presunta macchina del fango finita agli onori della cronaca nazionale che servì a tappare, censurare la bocca a chi si occupava di inchieste sul territorio.
Inchiesta giudiziaria, quella stralciata, condotta dalla Procura di Civitavecchia e dal sostituto procuratore di allora, dottor Lorenzo Del Giudice, che vedeva l’uscente sindaco Gianni Moscherini e il presidente della Sar Hotel Giuseppe Sarnella, indagati per corruzione insieme ai giornalisti.
In realtà il processo era finito quasi subito e cioè da quando erano usciti di scena tutta una serie di persone inizialmente indagate (insieme ai giornalisti c’erano anche dirigenti del comune di Civitavecchia e professionisti).
Già il Gip di Viterbo scriveva, nel lontano 2012, quando il processo prese la direzione del mare, che quelle accuse erano prive di fondamento e bollò come “mere illazioni” le fantasiose ricostruzioni fatte dalla polizia giudiziaria di Viterbo e, successivamente, da quella civitavecchiese.
In quel momento storico però le cose andarono diversamente e fu facile crocifiggere quelle persone che oggi, a distanza di dieci anni, sono state completamente prosciolte.
Un’inchiesta durata anni e costata migliaia di euro tra intercettazioni, trascrizioni e perizie che dimostrarono, fin da subito, come le ipotesi di reato fossero fondate su presupposti del tutto inesistenti.
Come detto, tante le persone inizialmente accusate, a vario titolo, di corruzione, concussione, estorsione, minacce e chi più ne ha ne metta insieme all’ex sindaco e il titolare della Sar Hotel, Giuseppe Sarnella.
Giornalisti, funzionari del Comune, architetti e ingegneri. Un pastrocchio che aveva, nel corso degli anni, perso via via gran parte dei protagonisti. Non poteva essere altrimenti. Accuse travisate se non del tutto fuorviate da un’attività investigativa che solo un personaggio come Palamare potrebbe saper spiegare.
Di tutti gli indagati iniziali rimasero alla sbarra, come detto, solo due persone fisiche più una società, Giovanni Moscherini, Giuseppe Sarnella e la Sar Hotel.
Cadute le accuse più gravi e con i testimoni che, via via avevano smontato in modo tranciante le accuse formulate dai pm di allora, ai due protagonisti rimasti sotto processo non rimaneva che attendere la sentenza che è arrivata oggi, a poche settimane dalla prescrizione.
Con questa sentenza è stata ridata dignità a Giovanni Moscherini che, nel frattempo, aveva già annunciato attraverso il suo legale, di rinunciare alla prescrizione e all’imprenditore Giuseppe Sarnella che, insieme ai giornalisti e dirigenti comunali, erano stati sottoposti ad una vera e propria gogna mediatica durata anni.
Straordinaria l’arringa difensiva finale dell’avvocato di Moscherini, Pierluigi Bianchini che, in questi dieci anni, ha demolito, mattone dopo mattone, quel muro di vergogna eretto da chi utilizzò la giustizia per eliminare dalla competizione politica l’ex sindaco di Civitavecchia.
“Oggi la giustizia ha scritto una pagina meravigliosa qui a Civitavecchia. La verità certificata, riconosciuta e legittimata da una sentenza che non lascia ombre e che per noi non ne aveva fin dall’inizio – sostiene l’avvocato Pierluigi Bianchini. Il mio assistito (Moscherini, ndr) aveva deciso, anche dietro mio consiglio, di rinunciare alla prescrizione perché, gli elementi a suo carico, non potevano che portare ad un’assoluzione piena”.
Anche l’imprenditore romano Giuseppe Sarnella e la sua Sar Hotel agirono sempre in modo corretto e nel rispetto della legge. Anche loro assolti con formula piena.
Va ricordato che, all’inizio del processo, furono da subito archiviate le posizioni dei giornalisti coinvolti perché non c’era una sola prova a loro carico.
Le informative giunte a Civitavecchia si rivelarono mere illazioni trasformate in prove ed accuse che poi, alla fine, sono risultate prive di ogni sostanziale fondamento.
C’è da riscrive molto di questi ultimi dieci anni.
Certo è che Giovanni Moscherini, così come l’imprenditore Giuseppe Sarnella, non hanno compiuto reati, non hanno corrotto giornalisti, funzionari o tecnici.
Giustizia e verità, nel tribunale di Civitavecchia, hanno trionfato su tutto il resto grazie alla grande professionalità dei giudici e del pubblico ministero che, nella discussione finale, ha chiesto senza alcun tipo di eccezione, l’assoluzione per tutti.
Giustizia, a Civitavecchia, è stata fatta.