CIVITAVECCHIA – “In un futuro forse non così lontano, Civitavecchia sarà senza nessuna fonte di energia fossile, grazie ad ulteriori, nuove tecnologie nella produzione di energia, nuove modalità compatibili con un reale sviluppo turistico.
Salute, lavoro e sviluppo si profilano all’orizzonte di questa città (politica permettendo).
Grazie ad una “membrana blu”, i fiumi potrebbero generare una quantità di energia pari a quella di migliaia di centrali nucleari. I sostenitori dell’energia verde potrebbero presto diventare blu.
Una nuova membrana potrebbe sbloccare il potenziale della “energia blu”, il quale utilizza differenze chimiche tra acqua dolce e salata per generare elettricità.
Se i ricercatori saranno in grado di aumentare la membrana, delle dimensioni di un francobollo, in modo utile (potrebbero essere prossimi se non saranno contrastati dai produttori dei fossili, impossibile che non lo siano), potrebbe fornire energia senza emissioni di carbonio a milioni di persone nelle nazioni costiere, dove i fiumi di acqua dolce incontrano il mare.
La promessa dell’energia blu deriva dalla sua portata: i fiumi scaricano circa 37.000 chilometri cubi di acqua dolce negli oceani ogni anno.
Questa intersezione tra acqua dolce e salata crea il potenziale per generare molta elettricità: 2,6 terawatt, secondo una stima recente, più o meno la quantità che può essere generata da 2000 centrali nucleari.
Esistono diversi modi per generare energia da tale miscelazione e sono state già costruite 2 centrali elettriche a energia blu. Il loro costo elevato, tuttavia, ne ha impedito l’adozione diffusa.
Tutti gli approcci all’energia blu si basano sul fatto che i sali sono composti da ioni o sostanze chimiche che ospitano una carica positiva o negativa. Nei solidi, le cariche positive e negative si attraggono, legando insieme gli ioni. (Il sale da cucina, ad esempio, è un composto costituito da ioni sodio caricati positivamente legati a ioni cloruro caricati negativamente).
In acqua, questi ioni si staccano e possono muoversi indipendentemente. Pompando gli ioni positivi, come sodio o potassio, dall’altro lato di una membrana semipermeabile, i ricercatori possono creare due raccolte d’acqua: una con carica positiva e l’altra con carica negativa.
Se poi immergono gli elettrodi nelle raccolte e li collegano con un filo, gli elettroni fluiranno dal lato caricato negativamente a quello caricato positivamente, generando elettricità. Se i risultati di questo studio saranno confermati come attuabili su larga scala, la loro applicazione potrebbe essere una svolta per il futuro del paese, portandolo verso l’indipendenza energetica.
SCIENCE. 4 dicembre 2019″