Messa la parola fine ad una delle storie più orribili di maltrattamento di animali e che fece molto clamore anche a livello nazionale (leggi o scarica la sentenza)
VITERBO – La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai proprietari e gestori del canile viterbese, Anna Maria Fontana e il marito Carmelo Cassone e confermato la condanna a sei mesi di reclusione per uccisione di animali (art. 544 bis codice penale) emessa prima dal Tribunale di Viterbo il 9 luglio del 2018 e confermata in Appello il 13 gennaio del 2020.
E’ una delle storie più tremende emerse negli ultimi anni dal mondo dei maltrattamenti agli animali. Nel canile privato Fontana, a Viterbo, i cuccioli appena partoriti venivano “assistiti” così: i due inservienti (cingalesi) venivano istruiti per gettarli in un secchio pieno d’acqua, schiacciare il primo bidone con un secondo secchio di diametro più piccolo, prestare orecchio ai gemiti, aspettare che annegassero e poi gettare gli animaletti in un secchio della spazzatura.
Scene riprese in un filmato che alla fine furono proprio i lavoranti, pentiti, a girare per sporgere denuncia. Un video-choc che portò il tribunale di Viterbo, al termine di un’istruttoria durata quasi due anni e un altrettanto lungo confronto in aula, ad emettere una sentenza esemplare.
Il giudice Giacomo Autizi nonostante la pm Lidia Pennacchi fece una richiesta di condanna a tre mesi di reclusione la raddoppiò con un giudizio tranciante a 6 mesi.
Avverso la sentenza, confermata anche in Appello, l’imputata Anna Maria Fontana, aveva proposto ricorso per cassazione articolato un motivo, deducendo la violazione di legge e vizio di motivazione in relazione all’art. 192, comma 1, cod. proc. pen. con riferimento all’affermazione di penale responsabilità, non avendo la Corte d’appello valutato le deposizioni dei testi Hettiarachige, il quale aveva escluso ogni responsabilità della Fontana in ordine alla soppressione dei cani, e Franconeri, il quale aveva affermato che i cuccioli, dopo un primo periodo in cui erano allattati dalla madre, venivano posti economicamente a carico dei Comuni.
Le eccezioni sono state tutte respinte e la ex titolare del canile è stata condannata anche al pagamento delle spese con una sanzione pecuniaria di 3mila euro.
Un particolare ringraziamento va rivolto alle associazioni che si sono battute per avere giustizia e alla giornalista viterbese Sabrina Mechella che con i suoi servizi accese i riflettori su questa terribile vicenda.
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