CIVITAVECCHIA – “Il futuro di Csp è sempre più a rischio”. Lo dice il consigliere comunale e capogruppo del La Svolta-Lista Grasso Fabiana Attig che interviene sul “salvataggio” della Civitavecchia servizi pubblici polemizzando con l’amministrazione comunale colpevole di inutile, quanto dannosa inerzia.
“Che il salvataggio della Csp non fosse nelle corde dell’attuale maggioranza lo avevamo capito da tempo. Il vice sindaco – tuona Attig – Grasso dopo molto lavoro e incontri in maggioranza, tutti finiti con rilanci sterili, richieste assurde da veri apprendisti stregoni, si è visto costretto, per far cessare le continue “interferenze esterne” la delibera sulla ricapitalizzazione e spedirla in Consiglio Comunale ponendo fine ai balletti della maggioranza”.
Per il consigliere comunale si tratta di “un triste spettacolo da cui neppure il consiglio è stato risparmiato attraverso i vari interventi ed emendamenti presentati. Uno per tutti quello di procedere alla ricapitalizzazione solo dopo aver ottenuto il finanziamento della banca. Ma questa è ormai storia dalla quale certo il Gruppo della Svolta non intende smarcarsi. Al contrario siamo molto presenti e vigili per cercare di evitare fino alla fine il rischio di fallimento della partecipata. Se poi – incalza Attig – nonostante tutto questo dovesse avvenire comunque, di certo non lasceremo che i responsabili non siano chiamati in causa, a partire dal Sindaco”.
Sono passati ben 100 giorni (quasi 4 mesi) dall’approvazione della delibera 78-2020, quella sulla ricapitalizzazione della partecipata approvata in consiglio comunale. Ma della tanto attesa metamorfosi politica gestionale neppure l’ombra.
“Al contrario – dice il capogruppo della Svolta – oggi con imbarazzante inerzia da parte del sindaco, dell’assessore alle partecipate e dei suoi consiglieri di riferimento ma anche di tutta la maggioranza, gli indirizzi del consiglio vengono disattesi in maniera arbitraria.
Un’azione questa, che ha drammaticamente compromesso la stabilità economica e occupazionale della Csp, sempre più vicina al fallimento. Voci di corridoio bene informate, dicono che l’istituto bancario (Banca del Fucino) che stava procedendo con l’istruttoria del finanziamento, abbia ritirato la propria disponibilità, dopo aver atteso invano la ricapitalizzazione della società partecipata che ancora ad oggi dopo l’ennesimo rinvio dell’assemblea dei soci non è ancora stata perfezionata, tra chi vorrebbe tornare in consiglio per revocare la delibera 78 e procedere allo scioglimento della società e chi vorrebbe invece ripianare solo le perdite del 2019, rinviando quelle del 2020 e lasciando comunque l’azienda con un patrimonio netto negativo, senza nessuno che sarebbe disposto a prestarle un centesimo e comunque disattendendo l’indirizzo del consiglio comunale di procedere a ripianare tutte le perdite e conferire tutti i beni e i soldi puntualmente previsti dalla delibera approvata”.
Attig si rivolge poi alla maggioranza con l’augurio di “rinsavire al più presto e di dare seguito alle linee dettate dal vice sindaco Grasso con la delibera 78-2020, di accantonare tesi strampalate che nulla afferiscono con gli indirizzi votati dal consiglio comunale. Diversamente mettano in conto che per qualsiasi variazione e-o modifica alla delibera 78 la discussione dovrà obbligatoriamente essere riportata in consiglio comunale e ognuno di loro se ne assumerà la responsabilità.
Soprattutto perché nel frattempo l’azienda continua a subire e a perdere: il nuovo servizio delle caditoie ancora al palo, così come il portierato, la segnaletica stradale mandata in difficoltà con strampalati ordini di servizio per non farla operare come si conviene, o come la chiusura dell’area Feltrinelli ad opera dei vigili del fuoco per ragioni giustissime e sacrosante di sicurezza. Una situazione però ben nota al Comune e ai suoi uffici, visto che l’area è in uso a Csp da anni per sosta e rimozione la cui chiusura oggi porterà ulteriori mancati introiti nelle casse di Csp pari a circa 70mila euro annui.
Gli unici indirizzi della delibera 78 seguiti con zelo e solerzia dall’amministrazione comunale sono stati quelli della retrocessione del verde, per preparare il maxi appalto da 2,2 milioni e nelle more affidare quasi 170mila euro ad una ditta di Pomezia, con le imprese locali nemmeno invitate a partecipare, e la chiusura in 48 ore della farmacia della stazione proprio nel momento in cui le farmacie comunali stavano recuperando clienti e fatturato, alla vigilia peraltro della possibilità di fare i tamponi e somministrare i vaccini per il Covid.
Tutti segnali evidenti di come – una volta usciti Fratelli d’Italia e La Svolta dalla maggioranza – l’amministrazione Tedesco – conclude dura Attig – consideri Csp e di cosa si vorrebbe fare con i servizi oggi gestiti dalla municipalizzata”.