Fondazione Cariciv – Ecco i retroscena della grande truffa messa a segno da Larini & Co.

La Guardia di Finanza ha ricostruito i vari passaggi. Sono arrivati anche a falsificare la polizza della Nucleus Life Ag che non risarcirà nemmeno un euro

CIVITAVECCHIA – Fare giornalismo d’inchiesta è un mestiere difficile. Durissimo. Ti mette difronte a tanti problemi ma alla fine, quando le inchieste giudiziarie arrivano a riconoscere il lavoro svolto, la soddisfazione è immensa.

Della truffa alla Fondazione Cariciv abbiamo scritto per mesi. Unici e soli per un lunghissimo periodo di tempo. Abbiamo subito minacce e denunce (tutt’ora in corso presso il Tribunale di Viterbo) ma siamo andati avanti. Qualche collega prezzolato provò anche a difendere l’indifendibile.

Ieri, la Guardia di Finanza di Civitavecchia, nel diramare il comunicato stampa sull’operazione ormai conclusa, ha certificato la bontà e la qualità straordinaria del nostro lavoro.

Danilo Larini, Stefano Costantini, Francesco Vinaccia e Patrizio Fondi erano i personaggi che noi abbiamo raccontato e descritto in decine di articoli.

Il pubblico ministero Federica Marrazzo ha consegnato, il 12 febbraio scorso, l’avviso di conclusione indagini dove ha scritto che:

In concorso morale e materiale tra loro, Patrizio FONDI in qualità di membro della Commissione Investimenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, nominata in composizione ristretta con delibera dell’Organo di Indirizzo in data 29.10.2014;

Danilo LARINI (nei confronti del quale si procede separatamente) in qualità di presidente del gruppo societario di diritto svizzero LP Suisse Group e di amministratore della LP Suisse Capital Asset Management AG (società facente parte dell’anzidetto gruppo);

Stefano COSTANTINI, in qualità di C.E.O. della società broker LP Suisse Advisory s.r.l. (facente parte del predetto gruppo) e Francesco VINACCIA, in qualità di intermediario e mediatore negli accordi tra COSTANTINI e il FONDI, con artifici e raggiri consistiti:

nel presentare come estremante vantaggioso e redditizio, contando anche sulla compiacenza della Commissione Investimenti (ottenuta mediante la corresponsione al FONDI di una somma di denaro pari a 600mila euro), l’investimento di liquidità per un valore totale pari a circa 25milioni di Euro in polizze assicurative emesse dalla società Nucleus Life AG (con sede a Vaduz, Liechtenstein), con gestione del patrimonio da parte della LP Suisse Capitai Asset Management AG, attraverso la stipula di contratti che avrebbero dovuto garantire alla Fondazione un rendimento annuo del 6,5%, al lordo delle commissioni di gestione, oltre all’integrità del capitale investito per l’intera durata della polizza, il tutto senza alcuna ulteriore analisi di mercato;

nel  presentare  bilanci  falsificati  di  Nucleus  Life  AG  e di  LP  Suisse  Capitai  Asset Management, aumentando fittiziamente gli importi dell’attivo, in modo da agevolare l’autorizzazione all’investimento;

nel presentare, allo scopo di aumentare l’inziale capitale investito (10 milioni di euro), vari report falsificati in cui venivano evidenziati gli ottimi risultati di gestione di Nucleus Life AG e di LP Suisse Capital Asset  Management;

nel   produrre   una   falsa   appendice   alla   polizza   assicurativa   stipulata   con   Nucleus   Life AG, apparentemente  migliorativa  delle  condizioni  contrattuali,  in  quanto  quest’ultima  figurava quale garante del capitale investito sin dalla prima tranche dell’operazione;

cosi facendo, traevano in errore sulla bontà dell’affare il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, inducendolo a versare in favore della LP Suisse Capitai Manager gli importi di seguito elencati:

  • € 10.000.000,00 attraverso bonifico del 07/01/2015;
  • € 1.000.000,00 attraverso bonifico del 21/05/2015;
  • € 4.600.000,00 attraverso bonifico del 10/08/2015;
  • € 4.300.000,00 attraverso bonifico del 11/08/2015;
  • € 100.000,00 attraverso bonifico del 01/09/2015;
  • € 4.000.000,00 attraverso bonifico del 22/09/2015;
  • € 1.000.000,00 attraverso bonifico del 13/10/2015;

Dette somme venivano poi distratte dal LARINI attraverso l’acquisto di obbligazioni della società Black Gold (poi fallita) collegata ad altre società a lui riconducibili, ed in parte retrocedute al FONDI e al VINACCIA in base a previ accordi, con conseguente ingiusto profitto in favore degli indagati e correlativo danno in carico alla Fondazione CARICIV.

Questa la prima contestazione alla quale vanno aggiunte quelle personali.

Patrizio FONDI: perché, al fine di evadere le imposte sui redditi, ometteva di indicare nella relativa dichiarazione presentata per l’anno 2015, redditi diversi per un ammontare superiore al 10% di quelli indicati nella stessa dichiarazione e precisamente sottraeva ad imposizione redditi per € 600mila, con conseguente evasione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per € 258.591,00, quindi, per un totale superiore alla soglia di punibilità fissata dall’art. 4 del D. L.vo 74/2000.

Francesco VINACCIA: perché, al fine di evadere le imposte sui redditi, ometteva di indicare nella relativa dichiarazione presentata per l’anno 2015, redditi diversi per un ammontare superiore al 10% di quelli indicati nella stessa dichiarazione e precisamente sottraeva ad imposizione redditi per € 400.000,00, con conseguente evasione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per € 171.477,00, quindi, per un totale superiore alla soglia di punibilità fissata dall’art.4 del D. L.vo 74/2000.

A FUTURA MEMORIA DEI CRONISTI CORAGGIOSI

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Abbiamo avuto l’onore di essere citati in un ampio capitolo del libro “I signori delle città. La prima inchiesta completa sul potere e i segreti delle fondazioni bancarie” di Diego GandolfoAlessandro Di Nunzio. Il nostro desiderio è quello di veder presentato questo lavoro dai nuovi vertici della Fondazione Cariciv quale monito ai futuri dirigenti a comportarsi con onestà e serietà.

Vi riportiamo un piccolissimo passaggio di questo libro inchiesta:

Nel frattempo Etruria News, una testata locale on line, inizia a indagare senza guardare in faccia a nessuno. La sua testa d’ariete, il giornalista Paolo Gianlorenzo, scopre un sacco di cose. Per esempio, scopre che il dominio della Blackgold, cioè la società a cui era legato il rendimento della polizza, sarebbe registrato a nome di una tale signora “S. P.”, che risulterebbe socio unico del gruppo LP Suisse Advisory, e questo dettaglio la ricondurrebbe addirittura allo stesso Larini. Per farla breve: la polizza sarebbe basata su obbligazioni di una società fittizia che farebbe capo allo stesso soggetto che ha il ruolo di consulente “advisor” dell’operazione1.

Lo ammette la stessa fondazione, quando nel bilancio 2015 scrive che Blakgold è una società che “oggi si sa essere di LP Suisse e che ha emesso le obbligazioni acquistate da Nucleus AG. “Non si poteva verificare subito, visto quanto è costato in termini di gettoni la commissione?”, nota Gianlorenzo in un suo articolo, tirando in ballo la commissione in seno alla fondazione che aveva il compito di valutare e decidere l’investimento.

Per di più, si scopre che il broker ticinese Larini si presentava come un fiduciario ammanicato nel jet set della finanza svizzera, con sedi a Zurigo, Lugano, Hong Kong, Londra, Lussemburgo, Malaga, Milano, Doha e Mosca e 15 anni di esperienza nel settore finanziario internazionale. Ma banalmente Larini non era neanche presente sull’albo degli intermediari finanziari delle autorità di vigilanza. Come ha fatto la fondazione a dare in mano 25 milioni a un soggetto del genere senza le necessarie verifiche di affidabilità? Facciamo bene a chiederci se si tratta di semplice incapacità o se dietro ci siano interessi indicibili da parte di qualche oscuro speculatore all’interno della fondazione?

Con questa domanda in testa, incontriamo Paolo Gianlorenzo, un omone che si guadagna da vivere come giornalista investigativo tra Viterbo e Civitavecchia, per EtruriaNews. 

Noi in città veniamo a conoscenza di questa truffa solo perché Danilo Larini viene arrestato a seguito di denunce fattegli da altri soggetti. La fondazione aveva investito la bellezza di 25 milioni di euro, ma la truffa si consuma fino a 19 milioni, perché gli ultimi 6 milioni non vengono incassati solo per un motivo fortuito, cioè perché Larini viene arrestato”.