Indagine dei carabinieri che sono stati avvisati dal diretto interessato da poco insediato a Molo Vespucci. Il maggiore Belilli: “Confermo la notizia ma non posso aggiungere altro”
CIVITAVECCHIA – Trovata una cimice per spiare le conversazioni ambientali nell’ufficio del presidente dell’AdSP del mar Tirreno centro settentrionale, Pino Musolino. La notizia doveva rimanere riservata ma ormai è diventata di dominio pubblico.
Sarebbe stato lo stesso presidente Musolino ad aver rinvenuto il microscopico apparato di trasmissione occultato nella sua stanza.
Senza dire niente a nessuno ha chiamato i carabinieri che hanno bonificato gli ambienti e sequestrato il dispositivo in attesa che se ne conosca la provienza.
La cosa ha suscitato scalpore soprattutto perché il sistema di videosorveglianza e la difficoltà di raggiungere l’ufficio del presidente restringe molto il campo degli investigatori.
Potrebbe essere un “residuo” dell’inchiesta che vide coinvolto il vecchio presidente Francesco Maria di Majo legata al Porto Storico.
Oppure potrebbe essere stato qualcuno al di fuori degli uffici giudiziari e la cosa sarebbe ancora più grave.
Giova ricordare che gli uffici di Molo Vespucci non sono nuovi ad episodi di spionaggio. Personaggi più o meno legati ai “servizi” di spionaggio furono ripresi tempo fa con delle valigette in mano entrare di sabato in quegli uffici qualche tempo fa. Al capo della comunicazione Massimiliano Grasso fu violata la mail d’ufficio e il computer personale.
Se la cimice è un “residuo” perché non è stata mai rimossa da chi ha svolto all’epoca le indagini?
Soprattutto sarebbe interessante sapere se l’apparecchio fosse ancora funzionante o disattivato.
Abbiamo contattato il maggiore dei carabinieri Marco Belilli, comandante della Compagnia Carabinieri di Civitavecchia il quale ci ha confermato la notizia ma non ha aggiunto altro perché ci sono le indagini in corso.