TARQUINIA – Riceviamo e pubblichiamo: La Regione Lazio, nonostante le criticità sollevate da tutti i comuni limitrofi, ha ritenuto l’istanza completa ed ha nuovamente pubblicato il progetto, glissando sulla quantificazione degli impatti significativi e negativi che il progetto, anche in virtù del cosiddetto effetto sommatorio, genererebbe sull’ambiente, sulla componente atmosferica e sui corpi idrici e non considerando l’analisi dei costi/benefici del progetto relativamente a riflessi sociali, economici ed ambientali in tempi lunghi.
Appare del tutto sbagliato rispondere che il criterio del “cumulo con altri progetti” deve essere considerato solo in relazione a progetti relativi ad opere o interventi di nuova realizzazione, appartenenti alla stessa categoria progettuale, indicata dal DL. n.152/2006, ricadenti in un ambito territoriale entro cui non possano essere esclusi impatti cumulativi sulle diverse componenti ambientali, senza tenere conto dello stato di salute del territorio, che risulta già interessato dall’aumento di morti e di malattie causate dalla presenza di numerosi impianti inquinanti, come dimostrano studi epidemiologici regionali pubblicati.
A fronte di un impianto definito a “impatto negativo con livello basso” che, pur contando 120.000 ton/a di rifiuti organici gestiti, produce 8.300.000 nmc/a di biometano e conduce la liquefazione e lo stoccaggio di 5.000.000 nmc/a di anidride carbonica liquida, risulta imprescindibile un’attenta valutazione degli impatti sulla qualità dell’aria (fumi e cattivi odori), sulle falde acquifere e sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee, liquidati come “reversibili” e quindi di “trascurabile prevedibilità”.
Ma di tutto ciò la cosa più grave è che la proponente, ferma restando l’impugnazione al Tar del Comune di Tarquinia su quanto segue, non ha considerato il progetto di implementazione di un impianto della stessa categoria situato a Tarquinia in Località Olivastro, approvato dalla Regione Lazio con Determinazione n. G02494 del 06/03/2020 e riguardante la creazione di una sezione dedicata alla digestione aerobica dei rifiuti non pericolosi ed alla produzione di biometano e compost di qualità; e che la stessa proponente non abbia neanche valutato le ricadute degli inquinanti nel raggio di 20 km.
Infine, oltre a non aver quantificato l’impatto sul territorio dell’aumento di traffico di mezzi pesanti, la proponente, alla criticità sollevata dell’impatto sui corpi idrici, risponde con una nota poco esauriente in cui ritiene idoneo il conferimento nei collettori fognari delle acque di prima e seconda pioggia anche senza la dovuta depurazione dagli inquinanti (polveri sottili, etc…) presenti in esse per effetto del dilavamento delle superfici scoperte dell’impianto.
Persevera la carenza e si ritengono comunque necessarie valutazioni scientifiche legate all’effetto domino delle attività industriali dell’area impattanti sull’ambiente e si sottolinea l’assenza di valutazioni sull’esposizione combinata e sommatoria di più fattori di rischio in cui prevalga il principio di precauzione del danno a tutela della salute e igiene pubblica.
Da parte del Comune di Tarquinia, si rinnova la più totale contrarietà alla realizzazione dell’impianto proposto dalla Soc. Ambyenta Lazio Spa.