Muore d’infarto dopo lite al bar, la Cassazione conferma 6 anni e 8 mesi di carcere a Joel Ilawe

Il nigeriano, completamente ubriaco e già noto alle forze dell’ordine per rapina e resistenza a pubblico ufficiale, aggredì Benedetto Giovannoni intervenuto per difendere la barista sua parente

ISCHIA DI CASTRO –  La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 6 anni e otto mesi del quarantenne nigeriano Joel Ilawe accusato di omicidio preterintenzionale per aver cagionato la morte di Benedetto Giovannoni.

La tragedia risale al 6 ottobre 2013 quando, in un bar di Ischia di Castro, la vittima, il 65enne Benedetto Giovannoni, fu spintonato e schiaffeggiato dalla risorsa nigeriana, mentre con il figlio e il fratello stava difendendo la barista del paese, una parente, dopo che Joel Ilawe, in stato di ubriachezza molesta, aveva seminato il parapiglia all’interno del locale.

Benedetto Giovannoni è deceduto in una fase successiva all’episodio e cioè mentre stava andando in caserma dei carabinieri in auto a sporgere querela.

L’uomo è deceduto a causa dello stress psico-fisico dovuto all’aggressione.

L’autopsia della dottoressa Mariarosaria Aromatario avrebbe dissipato ogni dubbio agli inquirenti trovando un nesso causale tra lo schiaffo, con cui l’extracomunitario avrebbe colpito Giovannoni che difendeva la barista dall’aggressione della risorsa nigeriana, e l’infarto che lo ha ucciso poco dopo mentre si recava dai carabinieri a sporgere querela.

Il difensore Luigi Mancini, pronto a ricorrere in cassazione, insiste sulla “inquietante coincidenza” della morte del fratello della vittima, anche lui per un infarto fulminante, anche lui accasciandosi in auto mentre si trovava nelle campagne di Ischia di Castro.

Ottimo il curriculum vitae della risorsa nigeriana Joel Ilawe, con precedenti per rapina e resistenza con lesioni a pubblico ufficiale.

Durante quella lite, testimoni ascoltati nei processi di primo e secondo grado, confermarono di aver visto Joel Ilawe dare prima uno schiaffo alla vittima e successivamente tentato di picchiarlo con un bastone. Tafferuglio iniziato dentro il bar e continuato all’esterno dove, Benedetto Giovannoni  fu afferrato per il collo e questa situazione di stress avrebbe prodotto l’alterazione del ritmo cardiaco del 65enne cardiopatico.

Con la conferma della condanna in Cassazione per Joel Ilawe si spalancheranno le porte del carcere.

 

Cassazione Benedetto Giovannoni