Il provvedimento dovrebbe finalmente vedere la luce questa settimana. Scompaiono i codici Ateco e gli indennizzi spetteranno a chi ha fatturato fino a 10 milioni e nel 2020 ha perso almeno il 33%. Per il resto il meccanismo sarà molto simile a quello dei decreti Ristori, cosa che velocizzerà l’erogazione. Il sottosegretario all’Economia dà per fatto anche quello che per Leu è un condono mascherato
ROMA – A un mese dalla nascita del governo Draghi, questa dovrebbe essere finalmente la settimana buona per il varo dell’atteso decreto Sostegni.
Nel pomeriggio i capigruppo di maggioranza dovrebbero incontrare il ministro dell’Economia Daniele Franco e il ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
Claudio Durigon, sottosegretario all’Economia, in un’intervista al Messaggero ha confermato che lo schema sarà quello delle ultime bozze: “Eliminiamo i codici Ateco, che tanti problemi hanno creato nei precedenti decreti. Verranno indennizzate quelle aziende con fatturato fino a 10 milioni che hanno avuto un calo di ricavi del 33% nel 2020 rispetto al 2019. L’indennizzo verrà calcolato sulla media mensile della perdita e sarà erogato una tantum“. Il meccanismo – al di là del superamento degli Ateco e del periodo su cui si calcola la perdita – sarà molto simile a quello su cui si basavano i decreti Ristori del governo Conte.
Così l’Agenzia delle Entrate potrà utilizzare la piattaforma di Sogei già impiegata per distribuire i precedenti contributi a fondo perduto e i tempi per l’erogazione si ridurranno rispetto a quelli che sarebbero stati necessari per metterne a punto una nuova.
A ricevere i sostegni, anticipa Durigon, saranno circa 3 milioni tra aziende e professionisti per un contributo medio di 4mila euro. Poco, ovviamente, per soddisfare i ristoratori e le tante attività danneggiate dalle necessarie restrizioni anti contagio.
Non a caso il premier Mario Draghi ha già annunciato la necessità di un ulteriore scostamento di bilancio – “rilevante, tra 20 e 30 miliardi“, secondo il sottosegretario leghista – per finanziare successivi interventi. Cifre ufficiali non sono ancora state diffuse e la richiesta arriverà in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza a metà aprile. Intanto anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, finora silente sul ritardo, su Facebook chiede di “Fare presto” notando solo ora che “stiamo aspettando ancora il nuovo decreto ristori promesso a gennaio. Sarebbe questa la svolta del “Governo dei migliori”? Lavoratori e imprese non hanno più tempo da perdere”.
Secondo Durigon è confermato anche lo stralcio dei vecchi ruoli risalenti al periodo 2000-2015, anche se l’ala sinistra del governo è contraria e teme l’effetto condono mascherato. Sull’importo massimo “sarà il Parlamento a decidere” se aumentare la soglia da 5mila a 10mila euro. Ma se il tetto sarà non per contribuente ma per ruolo il rischio è di cancellare a un singolo debitore anche molte migliaia di euro. Un fenomeno, fanno notare da Leu, già descritto dalla Corte dei Conti nell’analisi dello stralcio delle mini-cartelle fino a 1000 euro del 2018. Poi l’esponente del Carroccio rilancia la proposta di eliminare già da metà anno il cashback, che pure sta avendo efficacia nel promuovere i pagamenti tracciabili con moneta elettronica, per usare quei soldi come copertura per nuovi sostegni.