ROMA – Durissimo intervento del consigliere regionale Daniele Gianni quest’oggi durante il consiglio regionale straordinario alla Pisana. Argomento, ovviamente, l’ingresso in giunta della Lombardi e della Corradi.
Il neo coordinatore degli enti locali del partito ci va giù pesante.
Ecco l’intervento:
“Qui staremo benissimo”. Ricorda assessore Lombardi la dotta profezia che, scomodando Tito Livio, aveva fatto riecheggiare in latino (“Hic manebimus optime”) in quest’aula l’11 aprile 2018 rivendicando la sua permanenza all’opposizione?
Rispondendo ai maligni che anticipavano la tresca tra Pd e M5S, definiva quelle previsioni, con una punta di sprezzante superbia, “tesi suggestive e intriganti” ma si doleva di “deludere i loro fantasiosi fautori” poiché, ribadiva solennemente, “la nostra posizione è la posizione dove ci hanno messo i cittadini il 4 marzo, non che ci piaccia, è una ed è quella dell’opposizione”. Una valutazione che lasciava intravedere non soltanto un profondo disgusto per quel popolo che l’aveva relegata alle spalle di Zingaretti e Parisi, ma anche una spregiudicata ambizione di potere se, dopo tre anni trascorsi a scodinzolare in aula puntellando una claudicante maggioranza, ha raggiunto l’umiliante traguardo di ridurre il M5S ad appendice decorativa (con la lista civica del presidente, + Europa, Leu, Democrazia solidale, Italia viva ed Europa verde) del Partito democratico per due miserabili poltrone. Quella su cui dovrebbe sedere però non dovrebbe richiamare la “transizione ecologica” ma la transumanza ideologica”. E la foto del 12 marzo, che la ritrae goffamente nella nuova compagine governativa, è l’istantanea di un tradimento consumato ai danni
– dei suoi 834.995 elettori che al suo Hic manebimus optime dovrebbero replicare Quo vadis? visto che nel 2018 si rifiutarono di votare il presidente uscente contro il quale lei si era battuta e a cui lei ora si consegna senza pudore.
Non siete soltanto i disertori del mandato popolare ma, peggio, siete dei guitti senza spina dorsale. Inaffidabili saltimbanchi che dietro la retorica del pragmatismo (“sui temi stiamo con chi ci sta”), bramano potere e poltrone;
– dei 2.952 iscritti (traditi due volte) che alle primarie on line di tre anni fa scelsero lei anziché il ben più coerente Barillari. In proposito si presenta a dir poco stravagante la sua idea di rilanciare le primarie per il Campidoglio. Dopo l’osceno trasformismo di cui è stata capace, comprendo la reazione di quanti, alla luce della sua proposta, dovessero dissentire. Quanto agli iscritti poi, vi siete ben guardati dall’interpellarli con il canonico quesito farlocco. Vi rivolgete alla rete solo se avete la certezza di non rimanervi impigliati. E chissà se è circolata qualche bozza sulla domanda da porre sulla piattaforma Rousseau. (Quesito che poteva suonare più o meno così: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo politico guidato dall’ex segretario del partito di Bibbiano, già avversario politico alle elezioni regionali 2018, che preveda due mini-assessorati, alla Transizione Ecologica e al Turismo, da conferire rispettivamente all’anti Raggi Lombardi e alla (ex?) filo Raggi Corrado”?)
· Assessore Corrado, ci asterremo dal riportare dichiarazioni, censure, attacchi, esposti, denunce, polemiche che in questi otto anni ha rovesciato su Zingaretti e la sua squadra. Evitiamo di sparare sulla Croce Rossa. Ci limitiamo a sottolineare che rappresenta semplicemente l’espressione ottosettembrina del Movimento. Se la Lombardi in questi anni non aveva mai nascosto la sua affinità, per quanto subalterna, al campo progressista, lei è stata la portabandiera di battaglie non negoziabili. Dopo l’onta consumata sulla pelle delle 3877 persone che tre anni fa le hanno espresso la preferenza, sarà grottesco vederla
– interagire con Zingaretti e Leodori che, fino a qualche tempo fa, avrebbe voluto alla sbarra;
– ripristinare la legalità nell’amministrazione di cui ora fa parte, come aveva chiesto in un’interrogazione dello scorso 28 luglio, applicando una sentenza del Consiglio di Stato del 2020 che aveva censurato le decine di nomine di dirigenti esterni di cui anche l’assessorato che guida pullula;
– pretendere da Franceschini, in qualità di assessore al Turismo, di versare qualche centesimo dei proventi del “Parco archeologico del Colosseo” non soltanto nelle floride casse di Coopculture ma anche in quelle prosciugare di Roma capitale;
– proporre, data la delega agli enti locali, l’attribuzione di nuove competenze a Roma capitale, senza terrorizzare la Raggi che la scorsa legislatura, con il pretesto delle poche risorse, le rifiutò;
– sollecitare, in virtù della sua delega alla sicurezza, le autorità preposte a sgomberare gli alloggi popolari o spazi pubblici occupati illegalmente dai compagni di Marta Bonafoni;
– chiedere conto ad Alessio D’Amato degli incarichi assegnati senza titolo a chi guida le Unità operative complesse delle strutture ospedaliere del servizio sanitario regionale o di affrontare finalmente le carenze di personale nella sanità psichiatrica;
· “Andrà tutto bene” è stato lo slogan che andava per la maggiore un anno fa. Uno slogan sciagurato non soltanto per l’Italia ma anche per questa Regione, che è passata, con spregiudicata disinvoltura, dal “patto d’aula” all’alleanza giallorossa (o giallofucsia). “Andrà tutto bene” soltanto quando la parola passerà al popolo che punirà chi lo ha tradito e si sbarazzerà finalmente di voi.