CIVITAVECCHIA – La preoccupazione resta al porto di Civitavecchia per quello c he potrebbe accadere nei prossimi mesi se non arrivano i finanziamenti adeguati, completate le infrastrutture necessarie, differenziati i traffici e data una virata all’attività tutta.
La Compagnia portuale torna infatti a fare il punto sullo stato dello scalo cittadino, all’indomani degli esposti presentati alla Corte dei Conti “che rischiano di rallentare – ha spiegato il presidente della Cpc Enrico Luciani – anche quel lavoro di risanamento che l’attuale presidente dell’Adsp Pino Musolino sta portando avanti con impegno”. A lui va la massima fiducia e sostegno da parte dei camalli.
“Ha sulle spalle – ha aggiunto Luciani – un’eredità pesante sulle spalle e sta vivendo una situazione paradossale, avendo ricevuto un colpo basso dal suo predecessore”. Il riferimento è appunto agli esposti venuti alla luce negli ultimi giorni che stanno “rallentando la difficile ripresa”.
Per Luciani, affiancato dal suo vice Patrizio Scilipoti e dal segretario della Filt Cgil Alessandro Borgioni, il porto di Civitavecchia, quello maggiormente colpito dalla pandemia, non è certo in quelle buone condizioni finanziarie di cui parlava di Majo nei giorni scorsi, riferendosi ad un bilancio con 23 milioni di euro di avanzo. “Evidentemente – ha aggiunto – ha fatto male i conti. Noi, che nel 2020 abbiamo perso oltre il 60% del fatturato, abbiamo dovuto fare ricorso ad un anticipo da parte della Regione Lazio per avere i ristori previsti dall’articolo 199 del Decreto Bilancio in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi”.
Cosa serve per far uscire lo scalo dalle secche? Zls, approfondire il discorso legato all’area di crisi complessa rilanciato anche dal consigliere della Svolta Fabiana Attig, far sì che Civitavecchia possa godere, essendo il porto di Roma, dei benefici fiscali e delle “corsie preferenziali” della Città metropolitana. E poi il discorso legato alla Darsena energetica grandi masse “che ad oggi – ha aggiunto Borgioni – non è rientrata nel Pnrr e non sembra ancora tra le priorità del Governo. Intanto vicino a noi vengono sostenute infrastrutture come la Darsena Europa di Livorno”. “Per rilanciare il nostro porto – ha concluso Scilipoti – occorre diversificare i traffici, completare le infrastrutture e garantire la tutela dell’occupazione: su questo bisogna impegnarsi”.