L’avvocato del giovane albanese ricorrerà in Appello ma la sentenza è stata giusta
CIVITAVECCHIA – Ventiquattro anni di reclusione, ai quali se ne aggiungeranno altri tre nei quali verrà applicata una misura di sicurezza, una volta espiata la pena. È questa la sentenza emessa poco fa dal Tribunale di Civitavecchia a carico di Sergej Malaj che il 26 ottobre del 2019 uccise l’anziana maestra Diva Compagnucci per rubarle 50 euro.
Il pm Mirko Piloni aveva ritenuto il giovane in grado di intendere e di volere e per questo aveva chiesto l’ergastolo. Le perizie psichiatriche eseguite su Sergej Malaj, in particolare quella del professor Sani, richiesta dai giudici hanno dimostrato come il giovane abbia agito con lucidità e determinata ferocia.
Il 25enne originario dell’Albania, arrestato subito dopo i fatti avvenuti a viale Italia, nella residenza tolfetana dell’anziana barbaramente uccisa, si trova già detenuto nel carcere Aurelia di Civitavecchia dove trascorrerà un quarto di secolo. Uscirà dal carcere quando avrà più di 50 anni.
L’avvocato della difesa ha annunciato che ricorrerà in Appello nel tentativo di ottenere una riduzione della pena inflitta quest’oggi.