Intanto a Guidonia scoppia il caso del consigliere comunale Claudio Caruso che lascia i pentastellati: “Per adesso appoggio esterno, per il futuro chissà”
ROMA – A far notizia questa volta non è il sindaco di Allumiere Antonio Pasquini, qualche membro della commissione o qualche tesserato del Partito Democratico che alla vista di una telecamera inizia a correre come una lepre.
Clamore hanno fatto le parole scritte dal presidente della Commissione Antimafia al Senato, Nicola Morra. Non uno qualsiasi nel Movimento 5 Stelle. E’ intervenuto sulla vicenda “Concorsopoli” e lo ha fatto alla Morra maniera. Dirompente.
Mi piange il cuore a leggere di queste indagini della magistratura a carico anche di chi pensavo fosse nella mia stessa trincea.Spero sempre che si possa dimostrare l’infondatezza di queste accuse, ma ad ora la questione è assai grave.Non si può affermare l’onestà come valore imprescindibile e poi razzolare scorrettamente…non va bene!Conoscevo un MoVimento in cui, “al minimo dubbio, nessun dubbio”….
Le sue parole hanno pesato come macigni soprattutto perché a Guidonia, altro Comune al centro delle polemiche per i soggetti assunti attingendo dalla “famigerata” graduatoria ribattezzata “win for live”, ci sono i “suoi” al comando.
Quelle parole, come detto, hanno scosso le coscienze dei pentastellati della prima ora. Tra questi il consigliere comunale di Guidonia Claudio Caruso che è passato dalle chiacchiere ai fatti.
Sul suo profilo Facebook ha scritto una lunga e dolorosa lettera d’addio al movimento d’ispirazione grillina:
Grazie di tutto caro MoVimento 5 Stelle ma non siamo più compatibili
Una lettera dura. Durissima. I vertici nazionali però sono troppo distratti dalla diatriba con Casaleggio e stanno perdendo quei contatti con la base che così in alto li ha fatti arrivare.
Questo l’intero sfogo del consigliere di Guidonia:
L’atteggiamento che sta irritando i pentastellati è quello dei rappresentanti regionali. Devid Porrello su tutti. Proprio a Guidonia ha trovato il posto fisso il suo pupillo Matteo Manunta.
Le altre, Lombardi e Corrado ormai assessore, sono distanti anni luce da polemiche urlate e case di vetro. Ormai sono un tutt’uno con quel Partito Democratico che ha raggiunto traguardi di ciarpame mai visti.
Scendono in piazza a chiedere i voti ma scappano davanti alle domande poste dai giornalisti. Fortunatamente dovranno rispondere a quelle che gli sottoporranno gli inquirenti di Civitavecchia. Presto, molto presto.