Ristoratori pronti a scendere nuovamente in piazza: “Il Governo si prende gioco di noi”
ROMA – Il 26 aprile l’Italia inizierà a riaprire. È quanto ha annunciato il premier Mario Draghi, nella conferenza stampa sul prossimo decreto, legato appunto alle riaperture.
La notizia più importante è il ritorno delle zone gialle, che mancano ormai da qualche mese, e per le quali sarà decisivo il monitoraggio dell’ISS della prossima settimana, anche se ci saranno alcune regole diverse, rispetto a quelle originali.
Tanti i ristoratori italiani per niente soddisfatti delle ultime regole dettate da Draghi, soprattutto quelli che non dispongono di spazi esterni e aperti. Infatti, secondo l’ ultimo Dpcm, che uscirà lunedì: dal 26 aprile avranno la possibilità di aprire a pranzo (e forse) anche a cena, solo quei locali che hanno open space da poter apparecchiare. Per riaprire anche al chiuso dal 1° giugno.
Troppi non sono soddisfatti del risultato portato a casa , tra i quali molti degli associati al gruppo Mio Italia rappresentato da Paolo Bianchini, che non riescono a leggere alcuna vittoria nella decisione del governo “O apriamo tutti, o nessuno”, scrivono sulla loro pagina social “Tarvisio, Friuli… a pranzo oggi 9 gradi… alle 19 ce ne erano 4… ed ho detto tutto ! ” afferma un ristoratore.
Anche il movimento #Ioapro, promotore di diverse manifestazioni di piazza, non ci sta ad accettare “il contentino” dato dal Governo, “chi ha un giardino e si accontenta di questo è senza spina dorsale. Non siamo schiavi alla mercé di un padrone. Dobbiamo scendere in piazza ancora una volta e lo faremo il 26 mattina. Veramente vi accontentate? ” dichiara Momi El Hawi, 34 anni, ristoratore di Firenze e tra i fondatori del movimento.
Oltre alle temperature ancora non proprio piacevoli, soprattutto la sera, alcuni locali hanno uno spazio esterno talmente limitato per il quale neanche vale la pena aprire, considerando sempre la fondamentale regola del distanziamento di almeno un metro. “Non posso aprire all’ aperto per solo sei, sette tavoli, e sostenere le spese come se il locale fosse a pieno regime, non mi conviene” afferma uno chef romano.
Bianchini ( Mio Italia) dal canto suo si mostra soddisfatto ” Il ministro Speranza aveva parlato del 2 giugno come riaperture, quindi questo è un passo avanti che siamo riusciti a conquistare”, peccato che riguardi una ridotta parte di ristoratori, e le battaglie: o si fanno per tutti, o per nessuno, e che il governo alla fine abbia raggiunto il risultato voluto: riaprire il 1 giugno.
b.f.