Per l’assessore regionale della Giunta Tesei “non si possono realizzare opere da 700 milioni, come il Nodo, a dispetto del sindaco del capoluogo di Regione”. Ma, secondo Melasecche, interrompere adesso l’iter amministrativo-progettuale significa ricominciare tutto da capo e, di fatto, rischiare di rinunciare per sempre a quell’opera
di Enrico Melasecche, Assessore regionale Infrastrutture e Lavori Pubblici
La fase politico amministrativa che attraversa il Paese e quindi l’Umbria, ha bisogno di grande coesione, di intelligente capacità di fare, di volontà e coraggio di decidere. Una sintesi personificata dalla Presidente Tesei e dal suo programma elettorale impregnato di visione e pragmatismo.
La competizione fra territori è fortissima ed ogni regione deve mettere in campo il meglio che ha in termini di intelligenze e managerialità perchè i cittadini non accettano più che una diga come quella sul Chiascio inizi a funzionare dopo quarant’anni, che i progetti per la conclusione della E78, della Tre Valli, la velocizzazione della Orte- Falconara e della Foligno-Terontola e la riapertura della FCU vengano realizzati a distanza di decenni quando invece, grazie al nostro lavoro sono oggi a portata di mano.
L’Umbria o riprende a correre, subito, oppure è destinata alla definitiva marginalizzazione, di ruolo, economica e demografica continuando a caratterizzarsi come terra di emigrazione. Possiamo oggi portare a casa risultati brillanti a condizione che sappiamo lavorare bene e alla svelta. Nell’interesse di tutti gli umbri e del Paese. Il recente intervento, sempre lucidissimo di De Rita, tocca proprio questo aspetto. Alle elucubrazioni teoriche è venuto il momento di sostituire le realizzazioni. E’ per questo che sul tema delle infrastrutture e dei trasporti si gioca buona parte del nostro futuro. Ci siamo sempre lamentati di essere tagliati fuori dalle grandi linee di comunicazione, stradale e ferroviaria ma sulla E45 che necessita da almeno un decennio di una disostruzione in quell’imbuto pericoloso di Collestrada non possiamo voltarci dall’altra parte ma dobbiamo metter mano in modo conclusivo al problema. Nel modo migliore possibile. Mi sono confrontato in questi mesi con i tecnici ai massimi livelli nazionali ed ho le mie idee ma, come è ovvio che sia, faccio parte di una giunta regionale della cui squadra sono parte integrante, con una Presidente di prestigio ed un sistema di relazioni politico amministrative articolato per cui nessuno può pensare che, al di là di saporite ricostruzioni giornalistiche, si possano realizzare opere da 200 + 500 milioni, come il Nodo, a dispetto del sindaco del capoluogo di Regione.
E’ però altrettanto chiaro che chiunque intenda dire no, o rinviare ancora quella scelta, non può farlo non assumendosi le proprie responsabilità di fronte alla intera pubblica opinione perchè il benaltrismo con cui alcuni rilanciano altri sedimi di fantasia o altre soluzioni comporta il ricominciare tutto daccapo e di fatto cassare per sempre quell’opera.
Una precisazione poi va fatta in modo inequivocabile, la riqualificazione dello svincolo di Ponte San Giovanni con la creazione di altre due corsie sulle rampe è cosa già acquisita in quanto l’ho concordata da tempo con l’ANAS per cui si sta lavorando alla relativa progettazione e, con il finanziamento disponibile, potrebbe essere cantierata a breve. Continuare a chiederla serve solo a creare confusione nella pubblica opinione. Altro punto fondamentale è l’analisi dello studio scientifico sui flussi di traffico che dovrebbe pervenire entro pochi giorni. Dichiarare da parte di alcuni che togliere il 20% del traffico di attraversamento è nulla costituisce una evidente strumentalità semplicemente perchè è proprio quel 20% che impedirebbe all’acqua di traboccare dal vaso. Senza contare, una volta realizzato il II stralcio Madonna del Piano-Silvestrini-Corciano, l’abbattimento notevole del traffico in attraversamento dentro le gallerie di Perugia. Quanto al rapporto fra Regione e Comuni ho una notevole esperienza e potrei raccontare aneddoti simpatici. Ma per fortuna molto è cambiato a Palazzo Donini ma non solo. Lamentare poca attenzione serve solo a creare equivoci. Tutti i comuni reclamano una giusta ripartizione delle risorse. Questa giunta, ed il sottoscritto in particolare, ha avuto ed ha tutte le attenzioni dovute, sia per rispetto istituzionale ma anche e soprattutto per convinzione profonda di umbro a tutto tondo.
Su Perugia stanno per partire progetti fondamentali, anche grazie alla Regione, dal trasporto rapido di massa alla rigenerazione urbana, dalle politiche per la casa nella riqualificazione del Quartiere di Fontivegge al rifinanziamento del Minimetro e del Freccia Rossa. Per non citare l’impegno rilevante sull’aeroporto. In questi giorni ho tentato di rimettere in pista ad esempio nel PNRR la “gronda nord” per Perugia (e il passante sud-ovest per Terni) per completare con il Nodo la circonvallazione di nord est realizzando una galleria da Ponte Rio a Santa Lucia. Un altro sogno che potrebbe da qui al 2026 diventare realtà. A chi serve dunque alzare barricate? Certo, su altro versante sto aspettando da mesi di poter definire con il Comune di Perugia come chiudere quattro passaggi a livello della FCU, su richiesta pressante quanto giustificata dei comuni dell’Alto Tevere che sono stanchi di dover mettere quasi due ore per giungere da Città di Castello a Perugia. Come in tutte le migliori famiglie, per avere occorre anche essere disponibili a comprendere i problemi degli altri. L’ottimismo della ragione alla fine non può non prevalere.