ROMA – “E’ molto imprudente, per non dire irresponsabile, chiedere il riempimento dei mezzi pubblici in questa fase. Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini degli assembramenti su bus urbani e metro mentre le altre attività sono state costrette a chiusure, purtroppo a volte definitive.
Non sono però stupito, del resto, che il Tpl si senta in un mondo a parte è giustificato dai ristori pubblici che nel loro caso ha ripianato tutte le perdite e non quel 5/7% di cui si sono dovuti accontentare tutti gli altri”. Così Francesco Artusa (nella foto), presidente di “Sistema Trasporti”, in relazione al possibile riempimento al 100% della capienza dei mezzi di trasporto pubblico nel periodo della pandemia da Covid-19.
“Curiosa la giustificazione addotta da Anav e Asstra nei loro comunicati stampa: la domanda crescerà e i controlli dei Nas hanno certificato che nel 97% dei casi il virus non si è trovato sulle superfici dei mezzi pubblici. A parte che questa percentuale è destinata a scendere se venisse accolta la richiesta di riempimento al 100%, non avevo dubbi che i gestori del Tpl sanificassero scrupolosamente i veicoli evitando che il virus potesse attaccarsi alle superfici, ma non bisogna essere virologi per sapere che il principale veicolo di contagio sono le persone e non i mezzi”, aggiunge Artusa.
“Raddoppiando le persone e in mancanza di controlli efficaci che hanno costretto, anche recentemente come documentato dai media, pendolari e studenti ad assembrarsi sui mezzi pubblici disattendendo il limite al 50%, si rischia di frenare o rallentare la ripresa dovuta principalmente alla campagna vaccinale e ai sacrifici degli italiani”, dice ancora Artusa.
“Per questo occorre attendere almeno la cosiddetta immunità di gregge, ovvero che sia vaccinato il 70% della popolazione e smettere di fingere, come si è fatto nell’ultimo anno, che gli assembramenti sui mezzi pubblici siano una sorta di male necessario o di rischio sopportabile”, spiega Artusa che intravede una possibile via di uscita grazie all’utilizzo di Ncc e bus turistici.
“Si incentivi altra mobilità come navette dedicate a lavoratori e studenti e infine si sposti la gestione di queste risorse al Governo visto che oggi, – dice – sono le stesse aziende del Tpl a gestire anche le risorse aggiuntive”.
“Il nostro appello perché si esca definitivamente da questo incubo orwelliano dove c’è un virus intelligente che si diffonde ovunque tranne che sui mezzi pubblici”, conclude Artusa.