I vertici della Lega sono stanchi dei suoi atteggiamenti e dei suoi ripensamenti
CIVITAVECCHIA – Ernesto Tedesco ormai è quasi solo. Non perché abbandonato dai suoi amici o alleati, ma per sua precisa volontà. Ormai tutti sono stufi dei suoi cambiamenti d’umore, delle parole date non mantenute e, soprattutto, delle continue richieste ai vertici romani di far smentire ogni volta le iniziative che prima lui stesso aveva avallato.
Dopo il caso CSP, forse equivoco oppure no, adesso è la volta di ENEL. Già, il comunicato del capogruppo Raffaele Cacciapuoti, sul futuro di Tirreno Power, ha creato un vero e proprio terremoto.
Quel comunicato ha, di fatto, sfiduciato Barbara La Rosa (Lista Tedesco) che, ricevuta la delega dal sindaco per i rapporti con Enel, ha trascorso oltre due anni di otium ovvero di “dolce far nulla”.
Ad agitare le acque, poi, ci ha pensato l’ex sindaco di Civitavecchia Alessio De Sio, uomo forte di Enel, che ha manifestato l’intenzione di rimettersi in gioco perché (dicono i soliti ben informati) si sia reso conto del poco spessore di questa amministrazione; non tanto per colpa degli assessori o dei consiglieri di maggioranza quanto proprio del sindaco Ernesto Tedesco.
Anche Roma inizia ad essere stufa di questi continui capricci. Parole date e non mantenute. Facile suscettibilità del primo cittadino che, essendo permaloso, non offre possibilità di dialogo con gli alleati o con i suoi stessi rappresentati di partito.
Inutile ricominciare a raccontare dall’inizio di come sia riuscito, nel giro di appena due anni, a snaturare un’amministrazione di centrodestra e farla somigliare sempre di più ad una di centrosinistra. Dalla cacciata di Fratelli d’Italia alla messa all’indice di chiunque non si allinei al suo pensiero o a quello dei mal pensanti che lo circondano e vedono nemici e spettri ovunque. In mezzo a tutto questo caos c’è la Corte dei Conti che si prepara a sferrare un duro colpo sulla Civitavecchia Servizi Pubblici.
Zitto zitto e in gran segreto, il sindaco Tedesco, convocato dai giudici contabili, si è recato (circa due settimane fa) a Roma per essere “audito”. Con lui l’assessore alle partecipate Daniele Barbieri e il dirigente amministrativo/contabile Francesco Battista.
Tutto è avvenuto in gran segreto ovviamente. Da quel poco che trapela i giudici contabili hanno chiesto lumi sulla nascita di CSP e loro avrebbero prima risposto alle domande poi, qualche giorno dopo, presentato delle memorie a sostegno di quanto dichiarato.
Il parere che sta giungendo da Roma non sembra essere positivo per il primo cittadino che, con la scellerata scelta fatta tempo fa (quando decise di non sistemare i conti della società in house), rischia di diventarne il capro espiatorio e rimetterci personalmente anche in termini di danno erariale.
Insomma. Mazzate da tutte le parti e soprattutto gratuite perché, tutti i componenti della squadra iniziale che gli ha permesso di vincere le elezioni, hanno fatto di tutto per aiutarlo ma, evidentemente, era ed è convinto di non averne bisogno. Ha fatto male? Vedendo i risultati … malissimo!
Paolino (o Peppino) Von Goebbels