Disattese le indicazione dell’avvocato Stefano Trippanera (molto chiare) su come avrebbe dovuto agire l’amministrazione. Clamorosa ma prevedibile assenza del consigliere leghista Angelo Tripodi
ROMA – La richiesta di chiarimenti del Presidente della XII Commissione, Chiara Colosimo, condivisa soltanto da De Vito e Simeone. La maggioranza, ad eccezione di Patanè, fa quadrato a difesa del sindaco di Allumiere. Tripodi interpreta la parola Trasparenza con “Trasparente”.
E’ evidente che la maggioranza del PD alla regione Lazio non ha urgenza di fare chiarezza sulla “Concorsopoli” di Allumiere. E probabilmente anche una parte dell’opposizione.
Nell’esordio nell’Audizione della Commissione Trasparenza della regione Lazio, il Vicepresidente Patanè e la consigliera Bonafoni hanno subito messo le mani avanti per ribadire la loro tesi: la Commissione Trasparenza non deve accusare nessuno e puntare il dito su alcuno.
Nell’introduzione, il Presidente Colosimo si è limitato ad una semplice rappresentazione dei fatti supportati dalle carte, ma anche questo approccio ha comunque scatenato la reazione degli esponenti del PD quasi come a mettere subito in chiaro il concetto che “va bene chiedere chiarezza, ma senza esagerare”.
Se è vero, però, che il Vicepresidente Patanè si è ripreso subito dopo incalzando il sindaco Pasquini con domande pertinenti, stupisce l’atteggiamento di Marta Bonafoni che tra un impegno e l’altro ha trovato modo di collegarsi da un bar nei pressi della Giunta regionale (lasciando in modo folcloristico alle sue spalle l’edificio di via Cristoforo Colombo) regalando alla platea una serie di passanti che per caso sono stati inquadrati (a loro insaputa) dal telefonino della consigliera della Lista Zingaretti.
L’intervento della Bonafoni, funzionale soltanto ad “ammonire” la presidenza sul comportamento da tenere, si è subito spento quando si è passato a discutere nel merito della questione.
Il sindaco Pasquini ha parlato ininterrottamente per molti minuti senza fornire, però, le opportune risposte alle domande poste dai Commissari. A cominciare dai dubbi sull’affidamento alla società ma soprattutto su come si è deciso di allargare il famosissimo elenco degli idonei della preselezione dai 20 previsti dal bando ai 107 realmente pescati, su come sono stati trasmessi gli atti alla regione e se l’elenco dei nominativi sia stato rigorosamente rispettato o se qualche persona sia stata saltata.
Nulla, soltanto l’esaltazione del lavoro svolto, il fatto che lo stesso Pasquini si sia definito un “uomo di legge”, che ha appreso dalla tv l’allargamento della graduatoria degli idonei fino ad arrivare a dire “anche io ho dei dubbi come li avete voi”.
A cui aggiungere un dato di fatto inequivocabile: non ha nessuna intenzione di annullare il concorso nonostante il parere pro veritate (pagato, anche questo, dai cittadini di Allumiere) dell’avvocato Stefano Trippanera.
L’avvocato, nel suo parere, ha dato chiare indicazioni su come procedere ma evidentemente è servito a poco. L’unico provvedimento adottato il licenziamento del presidente della commissione Andrea Mori.
La voglia di ricerca della verità e della trasparenza emersa dalle prime battute fatte nell’introduzione dal Presidente Colosimo ha trovato sponda soltanto da due membri della Commissione: Francesca De Vito, a cui va dato anche il merito di aver protocollato nei giorni scorsi una efficace e dettagliatissima interrogazione sulla vicenda, e Giuseppe Simeone che ha tentato di incalzare Pasquini con argomentazioni politiche, giuridiche e di opportunità.
La maggioranza, intervenuta pressoché al completo, ha fatto, come prevedibile, scudo (con l’eccezione, come detto, di Patanè) a difesa di Pasquini, con il chiaro intento di fare “melina” ed aspettare che sulla vicenda si spengano presto le attenzioni mediatiche.
Se, però, l’atteggiamento della maggioranza era prevedibile, stupisce l’assenza di alcuni esponenti dell’opposizione che avrebbero dovuto incalzare Pasquini e dare un sostegno all’attività principe della Commissione: chiarire i lati oscuri di questa triste vicenda che ha visto l’assunzione a tempo indeterminato di decine di persone legate alla politica.
Ha chiesto di far parte della Commissione il Capogruppo della Lega Angelo Orlando Tripodi il quale, però, ha interpretato la parola Trasparenza a modo suo: meglio utilizzarla per rendersi “Trasparente” e non partecipare ai lavori della Commissione.
Dopo aver sostenuto per giorni la tesi della maggioranza di centrosinistra che non voleva istituire una Commissione ad hoc per far luce sulla vicenda e trattare il tutto all’interno del Co.Re.Co.Co. (che ricordiamo non ha nessun potere e competenza su questa vicenda), ha deciso di inserire il suo nome tra i componenti della “Trasparenza e Pubblicità” per poi disertare completamente la prima importantissima seduta, lasciando il centrodestra in balia della difesa ad oltranza, della maggioranza di Zingaretti, al sindaco Pasquini.
Assente anche un altro esponente del centrodestra: il Vicepresidente della Commissione, Fabio Capolei, subentrato al fantasma di Parisi alla Pisana e entrato, da poco, nelle file di Forza Italia.
Anche se, in Consiglio regionale, molti dicono: “fa parte di Forza Italia da Nettuno fino all’uscita 31 del Raccordo Anulare”, per sottolineare il fatto che, nonostante la sua adesione al partito di Berlusconi, lo stesso continua a ricoprire l’incarico di Capogruppo di Energie per l’Italia.