Con l’avvento del nuovo presidente Pino Musolino aria di distensione e dialogo tra le parti per sanare vecchi ed inutili contenziosi promossi dalla passata gestione
CIVITAVECCHIA – Un vero e proprio colpo di scena, così possiamo definirlo, quanto avvenuto venerdì scorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
Era in programma l’attesa udienza per discutere il ricorso presentato da Port Mobility contro l’AdSp del Mar Tirreno Centro Settentrionale dove la ricorrente chiedeva l’annullamento del decreto n. 120 del 28 aprile 2020 emesso dal vecchio presidente Francesco Maria Di Majo.
La pubblicazione di quel decreto sfociò in un vero e proprio scontro fra le parti. Un atto che mise in pericolo l’esistenza stessa della società nel bel mezzo della pandemia che in quel momento aveva paralizzato tutto in Italia e nel resto del mondo.
Cosa prevedeva il famoso decreto 120 del 2020?
Il primo punto riguardava il primo conguaglio che per la società non era più previsto per giugno ma anticipato a fine marzo (quindi addirittura retroattivo).
Il secondo imponeva alla società di continuare a lavorare con il metodo “chi usa, paga”, con tutti gli oneri di concessione ma senza diritti, visto che i traffici erano fermi causa pandemia.
In poche parole il vecchio presidente Di Majo in quel periodo di ferma delle navi da crociera e con quel decreto mise in grande difficoltà, in parte riuscendoci, Port Mobility. Una “sorta di onlus” come definì la sua società Edgardo Azzopardi (nella foto), in una drammatica e tesissima conferenza stampa successiva alla pubblicazione di quel documento.
A quel decreto la Port Mobility si oppose e presentò un ricorso al Tar del Lazio affinché fosse annullato e ripristinato il vecchio impegno tra le parti.
A fronte di tanta preoccupazione, quindi, c’era attesa di conoscere l’epilogo di questa vicenda che ebbe così tanto clamore. Invece il colpo di scena. L’udienza di fatto non c’è stata perché, con memoria depositata il 22 aprile 2021, Port Mobility, ha fatto presente ai giudici che, successivamente alla presentazione del ricorso, si sono svolti tra le parti molteplici incontri per rivedere quell’atto discriminatorio.
Incontri proficui evidentemente e dai quali è emersa la volontà delle parti di arrivare ad un accordo bonario e chiudere così la vicenda che aveva dato origine alla controversia.
In udienza gli avvocati dell’Autorità di Sistema Portuale si sono associati alla richiesta di Port Mobility. Con questo atto è quindi venuto meno l’interesse e la disputa si è chiusa.
E’ evidente che il nuovo presidente dell’AdSp Pino Musolino sta cercando di scrollarsi di dosso tutti gli inutili, quanto dannosi, contenziosi avuti in eredità dal suo predecessore.
Un clima di grande collaborazione, disponibilità e pacificazione che porterà sicuramente benefici nei prossimi mesi. Cancellare, dimenticare e soprattutto rimediare ai danni ereditati non è cosa semplice ma, da come si sta muovendo il nuovo presidente, è evidente che in lui, gli operatori portuali, ripongono grande fiducia.