VITERBO – Ci sono anche due viterbesi tra i quattro nuovi indagati dell’inchiesta sui concorsi truccati alla Asl di Latina. A darne notizia il collega Massimiliano Conti sulle pagine del Corriere di Viterbo. Concorsi banditi anche per posizioni alla Asl viterbese. La prima è l’ex sindaca di Sutri (nei lontani anni Novanta) e già componente del direttivo provinciale dei Ds Anna Guadagnini, l’altro è Luciano Corinti. Entrambi erano componenti delle commissioni dei concorsi incriminati, rispettivamente quello da 23 posti (concluso) e quello da 70 (annullato all’ultimo momento, proprio prima della pubblicazione delle graduatorie). I due, insieme ad altri due commissari, Pietro Masi e Marco Molinari, sono stati raggiunti da avvisi di garanzia e lunedì dovranno presentarsi insieme ai propri legali davanti al sostituto procuratore Valerio De Luca per essere interrogati.
Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame aveva ridimensionato i capi di imputazione a carico dei due principali indagati, Claudio Rainone, l’ex presidente della commissione che anticipava le risposte ai candidati raccomandati, e il funzionario Mario Graziano Esposito. Per entrambi sono stati però confermati gli arresti domiciliari, a dimostrazione che l’impianto accusatorio regge. L’inchiesta non ha infatti perso colpi, anzi sembra voler accelerare puntando ai livelli superiori, alla cosiddetta regia politica evocata nell’ordinanza di custodia cautelare per Rainone ed Esposito, in cui il gip Giuseppe Cairo parla “di un sistema collaudato di ampia portata e non occasionale”, in cui “quasi tutte le posizioni utili di graduatoria” sarebbero finite “a soggetti legati da rapporti amicali, di colleganza o di appartenenza politica”. In particolar modo a una certa parte politica, il Pd (anche se nell’indagine non mancano esponenti di altri partiti). A far ipotizzare l’esistenza nel Lazio di un vero e proprio sistema per pilotare le assunzioni nella pubblica amministrazione sono anche le analogie tra i concorsi Asl di Latina e l’ormai famoso “bando dei miracoli” del Comune di Allumiere, utilizzato, almeno secondo alle accuse, per piazzare raccomandanti, esponenti politici e “amici di” in vari enti, a cominciare dalla Regione Lazio. L’ha ipotizzata, l’esistenza di questo sistema, anche la consigliera regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione trasparenza, Chiara Colosimo. “Nel Lazio esiste un sistema, che non riguarda solo le Asl ma anche i Comuni della provincia, che ha come obiettivo quello di cercare di usare le istituzioni per i propri interessi – ha scritto in una nota l’esponente meloniana –. E’ impensabile utilizzare modalità clientelari in ogni ambito, ancora di più in quello della salute pubblica in questo momento”.