Le buone intenzioni del Presidente del Consiglio rese vane non solo da un Ufficio di Presidenza invariato ma, soprattutto, dai dirigenti che continuano ad occupare le stesse poltrone nonostante “Concorsopoli”
ROMA – Il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Marco Vincenzi, eletto il 12 aprile scorso dopo le polemiche sulla “Concorsopoli” di Allumiere e le dimissioni di Mauro Buschini, ha da subito promesso un cambio di marcia rispetto al passato ma, purtroppo, per ora, sta incontrando una serie di difficoltà nel mantenere le promesse.
Difficoltà che derivano non solo dal fatto che l’intero Ufficio di Presidenza è ancora al suo posto (se si esclude, naturalmente, Buschini), ma anche perché i protagonisti principali del pastrocchio amministrativo messo in piedi insieme al comune di Allumiere sono ancora al loro posto liberi ed indisturbati di poter ancora “dare le carte”.
Parliamo, innanzitutto, del Segretario Generale Cinzia Felci. La sua firma è su tutti gli atti contestati e non si capisce come, ancora oggi, il Presidente Vincenzi riesca a sopportare tutto questo. E con lei l’ondivago dirigente, diventato tale con una procedura molto simile a quella che ha portato 21 persone di Allumiere a conquistare la Win for Life della loro vita, Fabio Pezone, artefice insieme alla Felci della Determinazione A00963 del 28 dicembre 2020 (atto che ha sancito l’assunzione dei 16 candidati della “graduatoria dei miracoli”). Ironia della sorte con Determinazione A00693 (i numeri sono identici ma invertiti per pura casualità) del 19 ottobre 2020, il bravo Pezone ha potuto conquistare, finalmente, l’ambito posto da dirigente regionale.
Grazie ad un accordo con la provincia di Frosinone per lo scorrimento di una graduatoria mai allegata agli atti regionale (sembra che anche lì ci sia qualcosa andato storto, almeno a leggere le numerose missive inviate dai sindacati dei dipendenti regionali).
Che stranezza: Pezone firma un atto per assumere 16 persone cat. C e 5 cat. D dal comune di Allumiere utilizzando la graduatoria più recente mentre per assumere se stesso è stata utilizzata una graduatoria del giugno del 2018.
Gli atti predisposti e sottoscritti dalla Felci hanno molte lacune che la stessa dovrà chiarire molto presto. Innanzitutto sapere se la stessa ha ricevuto, a differenza di quanto detto dai sindaci nelle audizioni in Commissione Trasparenza, dal comune di Allumiere la famosa graduatoria definitiva e ufficiale. Siamo sicuri che sia così, visto che nella Delibera dell’UDP 195 del 18 dicembre 2020, che contiene in allegato l’accordo con il comune di Allumiere, l’atto viene citato e ritenuto “soddisfacente” per le esigenze del Consiglio regionale. Quindi si presume che la graduatoria inviata il 17 dicembre da Pasquini (come dichiarato in audizione dal primo cittadino di Allumiere) sia stata acquisita agli atti, protocollata, visionata e valutata.
C’è, però, un altro problema non secondario. Se la graduatoria era nelle disponibilità della d.ssa Felci e del dott. Pezone, come è stato possibile assumere dal numero 12 (il primo della lista) al numero 44 della graduatoria (l’ultimo, Alessandro Sestili)?
Non hanno controllato il prezioso documento trasmesso da Allumiere?
Vero che otto candidati hanno rinunciato, ma gli altri salti della graduatoria come li giustificano?
Hanno avuto da Pasquini la comunicazione che i salti nella lista trasmessa erano frutto di rinunce?
Ma veniamo ad un altro passaggio fondamentale. Nell’accordo sottoscritto dalla d.ssa Felci il 18 dicembre (data in cui, ricordiamo, la stessa era già sicuramente in possesso della graduatoria inviata dal comune di Allumiere) nell’art. 2 c’è scritto testualmente:
“Sottoscritta la presente convenzione, il comune di Allumiere trasmetterà al Consiglio regionale, per ciascuna graduatoria, i nominativi e le rispettive posizioni in graduatoria dei candidati utilmente collocati nelle stesse…”
Siamo sicuri che questo passaggio sia stato rispettato e la Felci e Pezone hanno visionato la trasmissione dei nominativi con le rispettive posizioni in graduatoria?
Tutti questi dubbi deve averli anche il Presidente del Consiglio regionale se è vero che in due mesi ha convocato l’Ufficio di Presidenza solo per atti indifferibili. E a molti frequentatori di via della Pisana non è sfuggito un altro inquietante particolare: da due mesi e mezzo il Consiglio regionale non eroga contributi economici per manifestazione, sagre, ecc.
Prima della nomina di Vincenzi queste erogazioni erano continue (questo dato è facilmente riscontrabile consultando il sito istituzionale del Consiglio regionale).
Sarà forse perché gli attori principali di questi atti, fino all’ultimo contributo concesso il 24 marzo 2021, sono sempre gli stessi?
Delibere firmate da Cinzia Felci e schede istruttorie di richiesta di contributo firmate dal dirigente ed interim, Fabio Pezone.