Regione Lazio – Via libera per 500 tonnellate di rifiuti al giorno di Roma nella Tuscia

Situazione ponte con tempi indefiniti. Viterbo prenderà tutti i rifiuti di Malagrotta e salva dal collasso la Capitale ma soprattutto la sindaca Raggi. La politica viterbese tace

ROMA – Sul filo di lana la Regione Lazio ha trovato la soluzione per evitare a Roma Capitale di andare in emergenza sanitaria. Al termine di una riunione tra i vertici tecnici dell’ente di via Colombo, Ama ed E. Giovi (società proprietaria dei due tmb di Malagrotta) è stato accordato per un periodo ponte di tempo il conferimento dei rifiuti trattati di Roma (precisamente quelli in uscita dai due impianti di trattamenti di Malagrotta) nella discarica di Viterbo. Questo nuovo sbocco, che sarà oggetto di una integrazione all’ordinanza di aprile del governatore Zingaretti, eviterà da una parte di vedere 500 tonnellate al giorno di immondizia non raccolta nella Capitale e dall’altra permetterà nel frattempo alla E. Giovi di sottoscrivere le omologhe necessarie all’invio dei rifiuti trattati nelle discariche individuate a Taranto, Pordenone, Mantova, Bergamo, Abruzzo e Marche almeno fino alla fine del mese.

Ma in Regione si pensa anche al resto dell’estate e per questo è stata aperta una interlocuzione con la Campania per l’invio di rifiuti indifferenziati (circa 20mila tonnellate fino alla fine dell’anno) e si accelera per l’apertura del tmb di Guidonia, capace di trattare fino a 600 tonnellate al giorno di immondizia tal quale.

Sullo sfondo, per una soluzione più a regime e non solo per Roma, restano le opzioni (oggetto di discussione all’interno del tavolo al Ministero dell’Ambiente) relative all’apertura del V
invaso della discarica di Roccasecca (dove serve un atto del prefetto di Frosinone per l’esproprio o la requisizione in uso) e la riapertura della discarica di Albano, che e’ rimasta chiusa dall’incendio del 2016 e ha una volumetria residua di circa 250mila tonnellate. In questo caso l’ostacolo è legato al fatto che questo impianto, secondo quanto prevede l’autorizzazione, è a servizio solo del tmb attiguo, che però è stato distrutto da un incendio e non è mai stato ricostruito.