L’uomo sembra non avesse amici e non si curava. A detta della madre “era solo e isolato”
ARDEA – A poche ore dalla sparatoria di Ardea, viene delineato un profilo del killer, Andrea Pignani, un ingegnere informatico senza lavoro che nella tarda mattinata di oggi, domenica 13 giugno, sul litorale Romano ha ucciso a colpi di pistola un anziano e due fratellini.
Almeno cinque i colpi sparati e l’ultimo verso se stesso per togliersi la vita, quando ormai le forze dell’ordine stavano per fare irruzione nella sua abitazione, la villetta dove si era barricato subito dopo essere fuggito dal luogo del delitto.
Il killer era solo e non aveva amici
Andrea Pignani, 35 anni, era figlio di una guardia giurata deceduta nel novembre del 2020. Come ricostruito dai carabinieri del Reparto operativo di Roma e della compagnia di Anzio, il killer era un ingegnere informatico disoccupato.
Dal giorno della morte del padre, la pistola d’ordinanza era scomparsa. La madre del giovane ha confermato ai militari: “Non siamo più riusciti a trovarla”.
Sembra invece che la pistola usata per i tre omicidi e il suicidio fosse la stessa. Probabilmente Pignani l’aveva nascosta e questa mattina l’ha presa per spezzare la vita di due bambini, Daniel Fusinati di 10 anni e il suo fratellino di 5, e quella di Salvatore Ranieri che stava passando in sella alla sua bici.
La madre, come riportato da Repubblica, ha spiegato che il figlio “era disoccupato da tempo, era solo, isolato. Non aveva amici e non si curava”.
L’uomo, che viveva con la madre, non è risultato in carico a nessun centro di igiene mentale, né a quello di Ardea, né presso uno studio privato.
Dopo aver sparato e ucciso tre persone, il 35enne è tornato alla sua abitazione, si è barricato in casa e là è rimasto fino al momento in cui ha deciso di togliersi la vita.
La mamma invece è uscita dalla villetta ed è subito stata protetta dai carabinieri, con i quali ha cercato di mettersi in contatto telefonico con Andrea, senza però riuscirci.
La donna verrà sicuramente ascoltata ancora dai militari nelle prossime ore, per aiutarli a capire cosa sia scattato nella mente del figlio per portarlo a compiere un simile gesto.
Aveva minacciato la madre con un coltello
Almeno secondo quanto appurato fino a questo momento non ci sarebbero legami di parentela tra l’omicida e le sue vittime, e neanche con Domenico, il papà dei due bambini. Neanche litigi. Gli investigatori starebbero pensando piuttosto a un gesto del tutto istintivo, di una persona instabile mentalmente che sarebbe dovuta essere in cura. L’unico episodio l’anno scorso, quando l’uomo era stato sottoposto a Tso, Trattamento sanitario obbligatorio, per aver minacciato la madre con un coltello. Il giorno seguente era già stato dimesso dalla struttura ospedaliera.