L’uscente Sergio Caci (in attesa del Governo) è rientrato alla grande nei ranghi facendo innervosire i soliti noti (perdenti)
MONTALTO DI CASTRO – Se Atene piange Sparta non ride. Questa espressione usa le due antiche città greche (Atene e Sparta), note per essersi trovate spesso in conflitto, al fine di affermare che, sebbene le storiche differenze e i lunghi contrasti, qualora una delle due si trovi in una situazione difficile l’altra non ha vita più facile. È evidente dunque come il significato sia estendibile ai rapporti umani e a diverse situazioni di vita quotidiana in questo meraviglioso paese che si affaccia sul Mediterraneo. Terra di Etruschi, Nobili Cavalieri, Butteri, Agricoltori e Pastori.
La campagna elettorale, gioco forza, è iniziata. Vuoi perché ci sono le prove generali ad ottobre. Vuoi perché il centrodestra è frammentato e in cerca di un’armonia perduta. Dall’altra parte c’è, si fa per dire, il centrosinistra. Qui la situazione è assai più complicata. Per trovare un candidato idoneo sono stati chiamati esperti tombaroli per cercare di “riesumare” qualche mummia del passato. Tra i papabili di oggi, tra gli uscenti in carica, il più autorevole aspirante candidato sindaco è alla pari di uno dei cavalli su cui puntavano Gigi Proietti (Mandrake) ed Enrico Montesano (er Pomata) tipo Soldatino King e Dartagnan.
L’attuale primo cittadino, Sergio Caci, ha il dente avvelenato (come dargli torto). Nell’ultimo consiglio comunale ha stigmatizzato molto l’atteggiamento dei suoi detrattori, soprattutto quelli abili ad usare le carte da bollo da mandare in Procura e molto meno a pagare le tasse (quando va bene).
Caci, come detto, aspetta notizie dal Parlamento dove è in discussione la modifica dei mandati a sindaco per i comuni sotto i 10mila abitanti per il momento fermo a due.
Certo è che farà di tutto per impedire ai suoi detrattori di farla franca. A vigilare su questa lunga partita a scacchi che si chiuderà nella prossima primavera c’è uno spettatore che sicuramente non rimarrà con le mani in mano. Parliamo di Enel. Già. Loro, quelli di Enel sono molto interessati alle sorti politiche di Montalto di Castro. C’è mezza centrale abusiva. Mezza da adibire a scorie nucleari. Un’altra parte forse da riattivare ma, cosa non di poco conto, centinaia e centinaia di milioni di euro da spendere nelle demolizioni.
Chi pensa di vedere l’attuale sindaco Caci fare la fine di Agamennone si sbaglia di grosso. In terra Etrusca, a due passi da Vulci, sembra più Mastarna, il Capo etrusco che secondo tradizione, avrebbe occupato il Celio insieme con Cele Vibenna e con bande armate, divenendo re di Roma quale successore di uno Gneo Tarquinio (versione di questa leggenda è nelle pitture della Tomba François di Vulci) che se ancora non avete visto vi consigliamo vivamente di farlo.