Il primo cittadino, amante delle stelle, si ritroverà in balia degli astri nefasti di egiziana memoria evocati dai suoi comportamenti
CIVITAVECCHIA – Ieri sera è andata in scena una fantastica serata dedicata all’astrologia, al Salotto del Corso.
L’evento è stato curato da un vero maestro, Gino Saladini, ha visto la partecipazione del famoso astrologo Jupiter, del giornalista Emilio Orlando e dello stesso sindaco Ernesto Tedesco, assessore alla cultura e promotore del Salotto del Corso.
In tanti hanno voluto partecipare alla serata in cui si è parlato di tantissimi temi, dall’astrologia, ai fatti di cronaca e di costume tranne che di come il sindaco guida la città.
Mentre la serata prendeva la piega giusta con ottime performance dei musicisti Elisa Viscarelli (pianoforte), Anthony Caruana (chitarra) e Gino Fedeli (flicorno) dal cielo già velato di nuvole si notava un punto molto luminoso. Era la Stella di Algol.
Stella già conosciuta dagli Antichi Egizi.
Appartenente alla costellazione di Perseo, Algol deve il suo nome all’espressione araba ra’s al-ghul (testa del demone) e nella visione mitologica della costellazione rappresenta il capo troncato di Medusa.
Alcuni ricercatori dell’Università di Helsinki, tra i quali figurano astronomi e, ovviamente, esperti di egittologia, hanno scoperto che nell’alternarsi di giorni fausti e infausti riportati dal papiro Cairo, risalente al 1271 a.C., c’è lo zampino di Algol.
Questa scoperta non solo permette di stabilire che quel papiro riporta le più antiche osservazioni di una stella variabile.
L’accuratezza di quelle antiche osservazioni, insomma, finisce col rivelarsi estremamente utile per gli astrofisici dei nostri giorni che indagano sulla danza cosmica della stella del Diavolo.
Nella credenza popolare si è quindi sempre pensato che, in una serata calda e fortemente umida come quella di ieri, portasse sventura agli uomini di potere, ai capi popolo e ai re se si fosse resa visibile anche in mezzo alle nuvole.
Dunque, la stella di Algol potrebbe aver mandato un messaggio forte al primo cittadino impegnato ad affrontare una crisi politica da lui stesso generata e quotidianamente alimentata.
In soli due anni e meno di governo è riuscito ad inimicarsi praticamente il 90% della popolazione civitavecchiese ma ancora in grado di governare grazie al supporto di alchimie e esoterismi di medievale memoria.
Il suo modo di agire e di rimangiarsi continuamente la parola data sta diventando per lui un cappio dal quale sarà impossibile salvarsi.
Rimangiarsi la parola data come ha fatto fin dal primo giorno con i suoi grandi elettori non sarebbe una valida ragione per ritenere un uomo senza onore?
L’etica in politica, oggi, è mantenere la parola data?
Insomma, la parola data è ancora un valore?
Vorremmo richiamare l’attenzione di tutti, cristiani e non, sull’uso più corretto del significato della
parola data “…il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio.
(Giacomo 5:12)”.
Per un sindaco che ama il teatro e la cultura si addice di più, perché condivisibile, la definizione che si dà nel Macbeth di William Shakespeare quando Macduff chiede alla madre chi sia il traditore e la donna risponde: “Uno che giura e mente”. Ecco allora dall’alto la nefasta Stella di Algol che sembrava illuminare solo lui e la sua sempre più sfaldata e insofferente maggioranza con quasi tutti ormai rassegnati e speranzosi nel vedere finita quanto prima questa nefasta parantesi politica che sta facendo rimpiangere Cozzolino. Roba non credere.