Nel romanzo Emanuele Trevi racconta le vite di Rocco Carbone e di Pia Pera, entrambi scrittori, legati a Trevi da un profondo affetto. Entrambi morti prematuramente, ma ancora fortemente vivi nella sua memoria
ROMA – È Emanuele Trevi il vincitore della 75° edizione del Premio Strega, con 187 voti per il suo romanzo Due vite edito da Neri Pozza.
Seguono: Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi) 135 voti;
Edith Bruck, Il pane perduto (La Nave di Teseo), 123 voti;
Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), 78 voti;
Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli), 66 voti.
La proclamazione del vincitore è avvenuta durante la diretta che si è tenuta ieri sera su Rai3, come di consueto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
“Due Vite”
Un libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. E’ Il ritratto autentico di un uomo, di una donna e di una profonda amicizia, tratteggiato con affetto dallo scrittore . L’autore si lascia trascinare dal flusso dei ricordi e rievoca momenti di gioia, di condivisione, ma anche di incomprensioni, silenzi e distanze, rimorsi e rimpianti, dando vita a un dialogo silenzioso e intenso sulle grandi domande esistenziali che ci attraversano.