Affitto di pascoli per intascare incentivi europei, Briziarelli (Lega): “Fenomeno da arginare”

Primo firmatario di una interrogazione nella quale  si chiedono misure di prevenzione

“Frenare subito l’aumento dei casi delle grandi aziende agricole che fanno man bassa di pascoli (distribuiti spesso a prezzi troppo elevati per i piccoli produttori) senza poi portare in quota gli animali, solo per intascare gli incentivi europei. Un problema che se non arginato, metterà in crisi centinaia e centinaia di micro aziende e che riguarda tutta Italia, da nord a sud, Umbria inclusa. In particolare da noi questo fenomeno interessa le aree della Valnerina”.

Sono le parole del senatore della Lega, Luca Briziarelli primo firmatario, insieme ad altri colleghi, di una interrogazione al Governo a cui si chiede quali misure si intenda mettere in atto per prevenire fenomeni illeciti che “riducono significativamente – spiega il Senatore – la credibilità del nostro Paese nei confronti dell’Unione europea e mettono a rischio il necessario supporto finanziario che consente ogni anno alle giovani imprese il rilancio delle attività, e quindi, dell’economia del territorio e dell’Italia”. E’ recente la notizia della condanna, da parte della Corte dei Conti, di un imprenditore triestino per contributi europei (previsti per i giovani imprenditori agricoli titolari di terreni per il pascolo di bestiame) incassati indebitamente tra il 2010 e il 2014 per alcuni terreni in Abruzzo. Lo stesso è stato condannato, insieme a un “prestanome” al pagamento di oltre 111 mila euro di danno erariale per frode ai danni dell’Unione europea, rimarcando la natura fittizia dell’azienda, sui cui terreni sembra non siano mai arrivati i bovini previsti. Secondo l’esponente del Carroccio questo annoso problema va fermato subito anche perché “La pandemia ha avuto, e continua ad avere, un impatto senza precedenti sul settore agricolo che ha quindi necessità di un supporto concreto per consentire una giusta e pronta ripresa, a garanzia anche dell’approvvigionamento alimentare dell’UE e quindi della salute e del benessere dei cittadini”. Recentemente al fenomeno è stato anche dedicato un libro inchiesta “Pascoli di carta” di Giannandrea Mencini che conferma quanto sia esteso. Il Senatore Briziarelli spiega infatti che “gli illeciti sui fondi europei sono drammaticamente frequenti nel nostro Paese, secondo un’analisi condotta dall’Ufficio Valutazione d’Impatto del Senato della Repubblica, i controlli della Guardia di Finanza hanno fatto emergere un numero significativo di frodi in campo agricolo, con una concentrazione importante nell’Italia centrale. Tra il 2014 e il 2020, l’Unione europea ha accantonato per l’Italia risorse finanziarie pari ad oltre 77 miliardi di euro, di cui 46,5 miliardi per politiche di coesione e 31 miliardi per la Politica Agricola Comune quali contributi allo sviluppo rurale. Questi fondi devono andare agli allevatori e agricoltori onesti e chiediamo quindi che vengano messi in atto controlli adeguati e processi rapidi che garantiscano condanne per i disonesti. Crediamo che queste azioni possano rappresentare uno strumento importante non solo a riparo del danno erariale avvenuto, ma per prevenire e disincentivare azioni illegali da parte di altre aziende”.