Il presidente Scilipoti: “In assenza di una risposta immediata e credibile da parte delle istituzioni preposte metteremo in campo ogni azione necessaria per impedire che il porto e la città intera debbano vedere frustrate, per l’ennesima volta, le proprie possibilità di riscatto economico ed occupazionale”
CIVITAVECCHIA – “La sentenza con la quale il Tar ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste, bloccando di fatto il completamento della trasversale Civitavecchia-Orte, rappresenta l’ennesimo, devastante colpo inferto al tessuto socio-economico del nostro territorio. Con il supporto delle lavoratrici e dei lavoratori portuali siamo pronti a bloccare tutte le attività, siamo pronti a dimostrare al Paese intero che Civitavecchia non è disposta ad assistere inerme al proprio funerale”.
Parola del presidente della Compagnia portuale di Civitavecchia, Patrizio Scilipoti, convinto della necessità di procedere spediti ed in maniera decisa per il completamento della trasversale, arteria necessario anche per lo sviluppo del porto di Civitavecchia.
Quella del Tar, secondo Scilipoti, è “una decisione che rischia di frustrare definitivamente le prospettive di sviluppo della nostra città, compromettendo una situazione già difficilissima, con le imprese locali che si trovano a dover affrontare una crisi senza precedenti a causa della pandemia – ha spiegato – allo stato attuale, infatti, lo stop imposto dai giudici amministrativi mette ulteriormente a rischio la tenuta dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori portuali e dell’intero comparto logistico, con evidenti, drammatiche ricadute sull’intero sistema economico locale. Rinunciare in via definitiva al completamento dell’infrastruttura viaria in questione, poi, significherebbe condannare questo territorio all’irrilevanza geopolitica, con le nuove generazioni costrette ad un futuro sempre più incerto e precario. La mancanza di alternative concrete di crescita e sviluppo, peraltro, potrebbe pregiudicare il disimpegno dalla servitù energetica imposta per decenni al nostro territorio. Per tutte queste ragioni non possiamo che richiedere l’intervento immediato e risolutivo dello Stato in tutte le sue articolazioni, affinché si possa finalmente realizzare quest’opera infrastrutturale, strategica per l’economia dello scalo portuale e dell’intera Regione. Attraverso la realizzazione del cosiddetto “tracciato viola” (grazie alle risorse del Recovery Fund), oppure elaborando una soluzione alternativa e meno costosa, ma comunque compatibile con le statuizioni del Tar, per noi non ha alcuna importanza, purché chi di dovere intervenga con assoluta urgenza e in modo definitivo. In assenza di una risposta immediata e credibile da parte delle istituzioni preposte – ha concluso Scilipoti – la Compagnia Portuale Civitavecchia porrà in essere ogni azione necessaria per impedire che il Porto e la Città intera debbano vedere frustrate, per l’ennesima volta, le proprie possibilità di riscatto economico ed occupazionale”.