Ormai è zincomania e tra un rifiuto bruciato e l’altro rifiutato torna lo spettro dell’emergenza rifiuti
FROSINONE – I comuni ciociari costretti dalla regione a cercare da soli impianti in cui conferire i rifiuti. Nel frattempo il materiale pieno di zinco(?) prende fuoco, rendendo impossibile stabilirne la conformità. In provincia di Frosinone continua la fiction sui rifiuti, gli attori sono sempre gli stessi.
E’ iniziata la strategia del depistaggio in quel di Frosinone dove, improvvisamente, la SAF (Società Ambiente Frosinone SpA) ha scoperto tracce di zinco nei rifiuti indifferenziati. Con una nota inviata ai Comuni che conferiscono i rifiuti nello stabilimento della Saf, a firma del presidente Lucio Migliorelli e del direttore tecnico Roberto Suppressa, dal 21 ottobre 2021 a data da destinarsi, a fronte della presenza del metallo pesante oltre i limiti di legge, la Società Ambiente Frosinone ha sospeso il conferimento dell’immondizia provocando un enorme disservizio a tutte le amministrazioni comunali della ciociaria.
Così avrebbero sentenziato le analisi fatte eseguire dalla SAF a laboratori di fiducia. Strani questi ciociari… cosa buttano dentro i rifiuti? E quando i rifiuti cominciano a puzzare (di zinco?) improvvisamente prendono fuoco. Stranamente, poche ore dopo la nota di Migliorelli e Suppressa, all’interno del sito Saf ha preso fuoco la fossa destinata allo stoccaggio dei rifiuti in ingresso all’impianto.
Oltre ai vigili del fuoco sembra sia intervenuto anche personale Arpa per gli accertamenti del caso. Cosa possa fare l’Arpa analizzando il materiale bruciato è un mistero.
Che coincidenza… Il giorno prima l’impianto Mad di Civitavecchia ha chiuso, il 15 ottobre Saf aveva detto che i comuni ciociari “conferivano” zinco. Cosa hanno realmente i rifiuti ciociari? Perché non possono essere lavorati dall’impianto di Colfelice? Le fiamme dell’impianto ciociaro ricordano in qualche modo quelle della Sep di Pontinia o della Loas di Aprilia? Certo sarà difficile capire se il problema era la presenza di zinco o la conformità del rifiuto. Infatti, con il materiale bruciato, l’ossido del fumo rende eterogeneo il rifiuto, per cui il materiale, causa l’incendio, non potrà essere mai conforme.
Ci chiediamo che tipo di rifiuti, realmente, producono i comuni della provincia di Frosinone.
Dubbi che ci toglieremo presto, visto che le amministrazioni ciociare saranno costrette a risolvere il problema da sole. Una nota della regione Lazio firmata dal direttore Wanda D’Ercole, invita i comuni ad attivarsi in modo urgente per individuare impianti per il trattamento dei rifiuti indifferenziati. E qualsiasi impianto che accoglierà i rifiuti ciociari, visto quanto riscontrato dai laboratori di fiducia della Saf, vorrà vederci chiaro, provvedendo a far analizzare il rifiuto urbano in ingresso. E se c’è zinco sicuramente lo sapremo.
L’impianto di Colfelice è presieduto da Lucio Migliorelli, già braccio destro dell’ex assessore ai Rifiuti della regione Lazio (all’epoca Migliorelli ricopriva l’incarico di Capo della Segreteria), Mauro Buschini. Fortemente voluto da quest’ultimo.
Già nel passato abbiamo scritto su come Migliorelli gestisce la società pubblica di cui sono soci i comuni della provincia di Frosinone e stupisce il fatto che, quando un anno fa abbiamo denunciato la mancata trasparenza nella sezione “Amministrazione trasparente” del portale ufficiale, nessun comune abbia alzato la voce e preteso il rispetto della normativa vigente.
Anche perché pensiamo sia giusto sapere anche quale organo di informazione la società pubblica (quindi con i soldi dei contribuenti), guidata da Migliorelli, decide di finanziare. In attesa di capire quanto zinco i contribuenti ciociari hanno immesso nei rifiuti destinati alla Saf.
Le puntate della fiction “rifiuti” in ciociaria sono tante, gli attori protagonisti sono sempre gli stessi.