La missiva è stata letta durante l’ omelia
ACQUAPENDENTE – Il vicario generale della Diocesi di Viterbo, don Luigi Fabbri (foto sopra), ha fatto pervenire alla parrocchia del Santo Sepolcro una lettera di ricordo di Don Lucio Luzzi, nativo di Acquapendente e per 61 anni parroco a Canino, venuto a mancare il 24 ottobre.
“ Alle 10.00 di domenica 24 ottobre 2021, don Lucio Luzzi ha concluso la sua lunga esistenza terrena. Il Vescovo Mons. Lino e tutto il Presbiterio con gratitudine lo affidano all’amore misericordioso di Dio, che conosce il nostro cuore e comprende tutte le nostre opere, con la certezza che, come preghiamo nella Liturgia dei defunti, “ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”. Don Lucio è nato ad Acquapendete il 16 settembre del 1930. Nella sua famiglia ha respirato quella fede che ha portato lui a diventare sacerdote e sua sorella, ancora vivente, a consacrarsi come Monaca di clausura nel Monastero delle Benedettine di Montefiascone. Fu ordinato il 27 giugno del 1954. Dei suoi 67 anni di sacerdozio, 61 li ha passati a Canino, dove costruì la Chiesa di Santa Maria della Neve e il complesso parrocchiale nella Zona Vallecchia. Nel suo ministero ha avuto una particolare attenzione nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione che riteneva mezzi particolarmente efficaci per diffondere l’annuncio del Vangelo. Ha collaborato nei primi anni ‘80 con la radio diocesana e in questi ultimi anni, fin quando le forze glielo hanno consentito, ha ideato e portato avanti un Portale cattolico “Vie dello Spirito”. Dai suoi audio, riportiamo un tratto di una sua riflessione, che, nel momento in cui lo salutiamo, diventa consegna e compito: “Anche tu, anche io abbiamo bisogno di un appiglio che rimedia le nostre scarse possibilità. Ma ci accorgiamo presto che le cose e gli uomini non rispondono ai nostri calcoli… Signore, ho capito che il mio cuore sarà sempre inquieto finché non riposa in te… Fratello, sorella, prova anche tu a metterti in silenzio, in raccoglimento, in preghiera. Nella lunga e faticosa conquista del cielo è un appoggio infallibile quando l’abisso delle passioni e del male ti attrae verso il basso. Se ti metti in contatto con Dio riuscirai a vincere gli sbalzi di solitudine, a superare i vuoti di tristezza e di affanno, ad ampliare… la speranza di una vita senza fallimento e sconfitta… Mettiti in contatto con lui. Il suo sorriso ti darà fiducia, speranza, certezza”.