Viterbo – Rifiuti, qualcuno ha verificato se continuano ad arrivare “scarti” allo zinco?

Una ricostruzione fa pensare che nella Tuscia i rifiuti sospetti vengono conferiti anche in questi giorni. Arpa e Regione Lazio chiariscano. E gli ambientalisti dove sono?

VITERBO – La “zincomania” che ha messo a soqquadro la regione Lazio, ed in particolare la provincia di Frosinone, sembra di colpo svanita nel nulla. Solo un brutto ricordo…

Questo è quello che ci vuole far credere la nota della regione Lazio del 26 ottobre 2021 avente oggetto “Comunicazione urgente di ripresa del servizio Saf”.

Improvvisamente, quindi, lo zinco nei rifiuti ciociari è diventato soltanto un ricordo da tramandare ai posteri.

Sarà così? E Viterbo per quanto tempo ha dovuto ricevere rifiuti pieni del materiale sospetto? Come stanno le cose oggi?

Cerchiamo di ricostruire i fatti.

Come detto, dopo attimi di tensione per la scoperta di rifiuti carichi di zinco con valori per ben quattro volte oltre i limiti consentiti nella Saf di Colfelice, impianto TMB a gestione pubblica e guidato dall’ex capo della segreteria del dem Mauro Buschini, ad un tratto la regione Lazio cala dal cielo il miracolo firmato Wanda D’Ercole, Direttore Generale di Nicola Zingaretti.

Nel documento viene stabilito che “Stanti le soluzioni individuate dalla Regione per l’invio a recupero energetico di rifiuti indifferenziati EER 200301 presso la società S.A.P.NA. S.p.A. (Sistema Ambiente Provincia di Napoli) e per il conferimento delle frazioni secche residue da elevata raccolta differenziata porta a porta presso l’impianto TM CSA srl (Castelforte, Latina), codesto gestore ha comunicato il servizio sarà ripristinato dalle ore 14:00 del 27.10.2021”.

Tradotto significa che Saf diventa “sito di trasferenza” e che i rifiuti EER 200301 vanno a Napoli, mentre le frazioni secche residue da elevata raccolta indifferenziata vengono spediti presso il TM CSA di Castelforte.

Il TM, come è noto, non chiude il ciclo di rifiuti, avendo bisogno di una discarica di servizio in cui conferire gli “scarti”.

La regione Lazio (ed Arpa) non chiarisce quali di questi rifiuti (quelli inviati in Campania o quelli inviati in provincia di Latina?) siano carichi di zinco.

Non avendo indicato dove questo metallo si trovi e mancando la certezza che sia presente nel tal quale o nelle frazioni secche residue, tutto porta a pensare che lo zinco si trovi in entrambi i rifiuti.

Come detto, una parte dei rifiuti vanno a Napoli (con un costo di smaltimento maggiorato di molte decine di euro a tonnellata) e una parte vengono “trasferiti” nel TM di Castelforte.

L’impianto CSA non effettua il trattamento biologico e produce una percentuale di “scarti” che vengono portati in discarica. E la discarica scelta per smaltire questa parte di rifiuti è proprio l’impianto di Ecologia Viterbo rientrante nella galassia di Manlio Cerroni.

Se nella CSA di Castelforte entrano rifiuti allo zinco è automatico che nell’impianto di Viterbo entra lo stesso materiale. Come abbiamo visto, dopo la scoperta del documento (tenuto nascosto) di Arpa del 3 agosto 2021, nella Tuscia ragionano in maniera diversa rispetto ad Albano: nei Castelli romani il rifiuto viene respinto, a Viterbo viene accolto a braccia aperte.

Probabilmente, ai responsabili dell’impianto viterbese sta a cuore, più della salute dei cittadini, qualcos’altro. Con buona pace degli ambientalisti che, almeno in questo caso, hanno deciso di girarsi dall’altra parte.

 

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